Un po’ Panucci e un po’ Mexes: Mancini, il difensore totale

Il Messaggero (A. Angeloni) – Red Bull Arena, New Jersey, siamo a pochi istanti dal fischio d’inizio di Ecuador-Italia; c’è un ragazzo inginocchiato a bordo campo, ha la maglia azzurra, la numero 16, della Nazionale. A terra, ce la 23 della Roma, pronta per essere firmata. Quel ragazzo è Gianluca Mancini, che viene seguito anche dagli appassionati romanisti oltre oceano.
Leader con la fascia o senza. Un indispensabile, gioca sempre (37 partite per 3.120 minuti complessivi), e qui non si tratta solo di raccontare la cotta di Mourinho per lui: siamo al terzo allenatore che di Mancini non riesce a fare a meno. E Mancio pian piano ha scalato allenatori, Mourinho, appunto, e ora De Rossi, che non lo molla mai, e poi i tifosi. Piace dentro e piace fuori, ecco, infatti, anche ai romanisti Usa, e tra loro c’è chi si ricorda di lui e di Mancio ha una maglia da far firmare.
E’ un po’ Panucci e un po’ Mexes, due che da queste parti hanno lasciato il segno e anche loro, per motivi diversi, ci hanno messo un po’. I tifosi, con uno striscione, lo hanno definito “Romanista ideale”. Lui che poi di Roma non è. Si può essere romanisti veri anche senza essere di Trastevere, ma di Pontedera. Era bambino e già nelle giovanili della Fiorentina si faceva sentire, per quel carattere fumantino e chiacchierone.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti