Uefa, Ceferin: “Il Var presto o tardi sarà nella Champions League, ancora non siamo pronti. Dobbiamo lavorare sul salary cap”

Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Gazzetta dello Sport, in cui ha parlato dell’eventuale inserimento del Var in Champions League e del financial fair-play. Queste le sue parole:

Sarà ancora una Champions senza Var?
«Sulla Var non si torna indietro, presto o tardi sarà nella Champions. Ma per me ci sono alcune cose non completamente chiare. Non sono un esperto, ma Marchetti lo è, il capo degli arbitri Rosetti lo è: quando saremo pronti, la inseriremo. Serve un provider. Non possiamo centralizzare come in Russia per questioni di fibra ottica. Ho un’idea: si parte dall’inizio del 2019-20, nella Supercoppa di Istanbul, e poi dai playoff di Champions. Decideremo il 27 settembre all’Esecutivo (il progetto è poi estenderla all’Europa League dal 2020-21, ndr), come anche per l’Europeo 2024: sono in lizza Germania e Turchia».

Quali sono i problemi?
«Tanti. Dall’impossibilità di un sistema centralizzato, al dubbio se tenere tre o cinque arbitri, a qualche problema che potrebbero avere i guardalinee. Ci sono alcune situazioni non chiare ai tifosi. Lo diceva Collina, lo dice ora Rosetti: in Europa è più complicato che al Mondiale. Ma in Russia la Var è andata piuttosto bene».

Aspettando la VAR, la Champions aumenta i premi per i club. Il rischio non è creare disparità anche nei campionati nazionali?
«Succede, è vero. Parlo del Maribor che, da sloveno, conosco bene. Un giorno, mentre tutti gli altri club avevano bilanci di uno/due milioni, s’è ritrovato con quindici: la situazione cambia. Ma è anche vero che i soldi spingono a lottare di più per qualificarsi. L’equilibrio competitivo dei tornei sarà una delle grandi sfide: dobbiamo redistribuire i ricavi della Champions. Anche i grandi club sono d’accordo sulla solidarietà».

Club e fair play finanziario: state ripensando al salary cap?
«Quello classico non è fattibile, per differenze tra campionati, ricavi, mercati, economie nazionali, ma dobbiamo lavorarci su».

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