La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Trecento buoni motivi per lasciare il segno. Perché Paulo Dybala viene da una prestazione grossomodo anonima – il che gli succede di raro – come quella di Torino di domenica scorsa e perché stasera quella di Genova per lui non sarà una partita come le altre.

Per la voglia di vincere, per un’atmosfera unica e per quel traguardo da festeggiare nel migliore dei modi: 300 partite in Serie A, una soglia che lo piazza al quattordicesimo posto nella classifica dei giocatori attualmente attivi nella nostra massima serie. Un traguardo che però Dybala ha raggiunto con un’età ancora relativamente giovane, visto che la Joya compirà 30 anni solo il prossimo 15 novembre e che quelli davanti a lui sono tutti più o meno maggiormente anziani, ad eccezione solo di Zielinski, Berardi Belotti, tre che i 30 anni li compiranno invece poco dopo il fantasista argentino.

La prima volta, quindi, per Dybala non fu certo di quelle da ricordare in assoluto, un k.o. per 3-0 con il Palermo in casa della Lazio. Era il 2 settembre del 2012, oltre 11 anni fa. Da quel momento sono poi arrivate, appunto, 299 gare e 112 gol, divisi tra Palermo, Juventus Roma. Di questi, tra l’altro, 11 sono stati messi a segno proprio contro il Genoa, la sua vittima preferita. Non in assoluto, perché all’Udinese Dybala di gol ne ha segnati addirittura 12, ma contro i friulani ha giocato 19 partite, contro il Genoa 15 (e, di conseguenza, contro i liguri ha una media-gol migliore che contro i friulani: 0,73 contro 0,63). Ecco, oggi Paulo conta di migliorare anche questa seconda statistica, portando magari il Genoa al top delle sue vittime anche in assoluto.

D’altronde José Mourinho per vincere le partite che contano si affida da sempre a “Paulino nostro”, come lo ama chiamare spesso e volentieri, in pubblico ma anche in privato (dove, magari, quel nostro diventa un mio…). E quella di stasera conta eccome, non fosse altro per quella classifica bruttissima che l’allenatore della Roma non vuole guardare, ma che pesa come un macigno. Anche per Dybala, che dopo la doppietta messa a segno contro l’Empoli si è ritrovato a giocare una prestazione sostanzialmente anonima contro il Torino. Colpa anche di un prato terribile, è vero, ma Paulo dopo una prestazione incolore di solito piazza un colpo da maestro. E di questo avrà bisogno Mou, che ritrova di colpo anche la fantasia di Pellegrini e quella di Aouar (i due sono in ballottaggio per stasera). Mixata con il genio di Dybala, può regalare alla Roma tre punti d’oro. Che poi, del resto, sarebbe il modo migliore per festeggiare le 300 gare in Serie A.