Totti, da eroe a esiliato, aspetta il suo turno

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Il Corriere Dello Sport (G.D’Ubaldo) – L’inizio di stagione non è stato come se lo aspettava. Tre partite e tutte e tre le volte Francesco Totti è rimasto in panchina. E non ha avuto nemmeno la possibilità di fare l’ultima presenza in Champions, con la Roma eliminata dal Porto. Se davvero smetterà a fine stagione, si è fermato a cinquantasette presenze in Champions. In Europa League ha però la possibilità di tagliare un altro traguardo: cento presenze nelle competizioni europee. Finora è fermo a novantasette, con trentotto gol al suo attivo. Dopo aver conquistato sul campo il rinnovo del contratto, al quale fino a marzo non credeva nessuno in società, il capitano ha cominciato con i migliori propositi la nuova stagione, lavorando con impegno ed entusiasmo sin dal primo giorno di ritiro a Pinzolo.

DELUSIONEFinora non c‘è stato spazio per lui, anche se martedì sera sembrava sul punto di entrare in campo, già acclamato dai quarantamila dell’Olimpico. Francesco si è scaldato per più di quarantacinque minuti, senza entrare. Durante quei lunghissimi minuti un preparatore, uno degli ultimi arrivati, lo ha seguito negli esercizi per prepararsi ad entrare. Scatti, stretching, un tempo intero a vedere la sua squadra soffrire, fino a piegarsi al Porto, tre schiaffi pesanti, in una serata da dimenticare. Lo sguardo prima speranzoso poi deluso, guardando la Roma buttare via la qualificazione. Era la sua ultima occasione di giocare in Champions, il suo ingresso avrebbe portato entusiasmo tra i tifosi, che avrebbero spinto nell’ultimo, disperato assalto. Come un giocatore qualsiasi, uno dei giovani della rosa, si è alzato dalla panchina e ha cominciato il riscaldamento, appena ricevuto l’input di Spalletti. Ma poi alla fine tutto è stato inutile. La partita è cambiata, la Roma è rimasta in nove, alla fine è stato inutile ogni tentativo di rimonta. E negli ultimi minuti Totti si è appoggiato alla bandierina del calcio d’angolo con la faccia che era tutto un programma. E’ stata probabilmente la sua ultima notte in Champions League, se l’aspettava diversa, invece è stata la più brutta della sua carriera all’Olimpico. Una sconfitta pesante, una storia finita prima di cominciare. Il capitano ha salutato la competizione che più lo ha affascinato con una grande delusione. Avrebbe voluto essere protagonista in Champions nella sua carriera, non ha potuto esserlo con la Roma. Ma anche in Europa ha scritto pagine indelebili, firmando vittorie storiche, come quella a Madrid contro il Real. E proprio al Santiago Bernabeu nel marzo scorso, i tifosi spagnoli hanno salutato il suo ingresso in campo con un’ovazione. Francesco ha messo in mostra i suoi numeri di classe pure nei più grandi stadi d’Europa. All’Olimpico i tifosi con la sua maglietta sono sempre di più, il mito di Totti sembra non tramontare mai.

LA SPERANZA – Aveva cominciato la sua ultima stagione con grande propositi. «Sara l’ultima e voglio che sia bellissima», aveva detto quando aveva incontrato un mese fa Kobe Bryant a Milano. Finora è rimasto deluso. Ieri a Trigoria non si è allenato, ha un leggero fastidio alla caviglia, ma dovrebbe recuperare per domenica. Aspetterà con pazienza il suo momento in panchina, sperando di poter aiutare la squadra. Martedì all’Olimpico il solito commovente saluto dei tifosi, alla lettura della formazione e quando si è alzato dalla panchina per cominciare il riscaldamento. Ma poi Spalletti ha fatto altre scelte e Totti è rimasto appoggiato alla bandierina del calcio d’angolo come un pugile suonato. Ma non dispera, prima o poi arriverà il suo momento, ci sarà bisogno di lui, magari in qualche situazione disperata

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