Totti è tornato, Roma ora devi volare

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La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – «Vieni qui». E quell’indice a mostrare che la via corretta era un’altra. Che i comportamenti, i famosi comportamenti che Luciano Spalletti ama, non erano quelli giusti. Edin Dzeko deve ripartire anche da qui, da un saluto da regalare anche all’allenatore che ti sostituisce. Perché negatività chiama negatività. E questo ha voluto ricordare il tecnico al bosniaco anche ieri a Trigoria. Basta con le polemiche, le facce un po’ così, la tentazione di infilarsi subito negli spogliatoi: si passa in panchina, si saluta, poi semmai si va a fare la doccia. Che sia andata bene o male. Che sia arrivato il gol o che la sostituzione ti abbia tolto mezz’ora di vita, di speranza, di liberazione. The nightmare continues, twittava sabato sera l’account più seguito del calcio bosniaco. L’incubo di Dzeko continua, sì. «Noi dobbiamo servirlo meglio. Ma lui deve aiutarsi», dice Spalletti.

RICERCA DELLA… SERENITÀ – Aiutati che Dio t’aiuta, pare un proverbio. Ma non è una frase fatta. Non lo è neppure quando si dice che con Francesco Totti la squadra gira diversamente, perché ritrova come d’incanto meccanismi decennali. Ma è troppo facile così. È troppo semplice appoggiarsi all’unico calciatore di qualità della rosa giallorossa a cui — per dirla alla Spalletti — non scotta il pallone tra i piedi. «Non creiamo questo dualismo», ripete Spalletti, che l’aria di Roma la conosce bene e sa già che l’esaltazione del capitano rischia seriamente di fare scopa con l’affossamento definitivo di Dzeko. E questo è un lusso che la Roma davvero non può permettersi. Totti non può essere, neppure oggi, la soluzione di un progetto di gioco a mediolungo termine che Spalletti sta impostando. Non può esserlo per motivi di età, ovvio. Totti può essere, piuttosto, il riferimento di personalità in campo di cui la Roma deve fidarsi, l’uomo da imitare nel modo in cui si affrontano le difficoltà. Un assist, un colpo di tacco, il pallone chiamato ai compagni, il tutto a ritmi ridotti, ovvio. Ma la personalità è senza età. E in questo senso Totti può aiutare anche Dzeko.

I due probabilmente non saranno mai una coppia nei 90 minuti, non è questa la base di lavoro su cui Spalletti sta operando, gli acquisti di El Shaarawy e Perotti sono un’indiretta conferma. Ma Totti, la freschezza tutta mentale di Totti, può aiutare Spalletti ad alzare la qualità del gioco della Roma, a elevare la dose di fiducia nei propri mezzi dei calciatori. La ricerca della felicità, magari basterebbe pure la ricerca della serenità. In fondo tutto è in quel «cinque» che Totti ha concesso a Dzeko al momento dell’ingresso in campo. E che al contrario il bosniaco non pensava di «dover» regalare a Spalletti prima di infilarsi la tuta. Aiutati che Dio t’aiuta. E che il gol prima o dopo arriva.

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