Il Tempo (L. Pes) – Genio e continuità, verrebbe da dire. Il primo tratto distintivo è sempre appartenuto a Paulo Dybala, sin da quando mosse i primi passi in Argentina fino a quando ha iniziato a far brillare il suo talento in Italia al Palermo prima e alla Juventus poi. Il secondo aggettivo, tradizionalmente, dovrebbe essere sregolatezza, ma non è il caso della Joya: ragazzo correttissimo fuori e dentro il campo, come se ne vedono di rado tra i giovani nel mondo del calcio.
Quello che emerge più di ogni altra cosa dopo la meravigliosa tripletta di Dybala contro il Torino, la prima con la maglia giallorossa, che ha regalato tre punti di fondamentale importanza a De Rossi, è la continuità di impiego e rendimento che l’attaccante ha ritrovato col nuovo allenatore. Aveva giocato centodue minuti lo scorso giovedì nella serata infinita col Feyenoord, e meno di quattro giorni dopo ne ha disputati novanta contro i granata, facendo probabilmente la partita più bella da quando è arrivato nella Capitale.
Ma a sorprendere sono i numeri dell’ultimo mese e mezzo di Dybala, che con DDR in panchina sembra un altro. Sei gol in cinque partite di campionato tutte da titolare (aveva riposato a Frosinone) e prestazioni convincenti sia nei numeri che nella presenza fisica e tecnica all’interno del rettangolo di gioco. La sua gestione non è affatto cambiata a livello di impiego rispetto al passato, ma c’è un entusiasmo nuovo e travolgente che ha reso protagonista l’ex Juve di settimane al top.
Eppure c’erano persino dubbi sul suo ruolo nel nuovo modulo dopo le primissime uscite, con la posizione di esterno destro atipico (di fatto ha sempre fatto il trequartista) che avrebbe potuto logorarlo fisicamente e muscolarmente. Mai una smorfia di dolore o le braccia allargate in segno di resa. Con tutti gli scongiuri de caso, Paulo vive un momento di grazie che coincide con una serie di risultati estremamente positivi per la squadra. Rendimento, il suo, che oltre a giovare alla Roma, giova al ragazzo, complice quel contratto articolato che firmò nel luglio 2022.
Una base bassa la sua (poco inferiore ai 4 milioni) destinata a crescere soltanto se le prestazioni sul campo fossero state di livello. E dopo l’exploit del primo anno, il ventuno si sta ripetendo anche in questa stagione: undici gol in campionato (miglior marcatore di squadra, superato Lukaku fermo a 9) in diciotto gare, dodici complessivi in stagione. Numeri già vicini ai 18 gol complessivi della stagione 2022-23 (12 in campionato, 5 in Europa League e 1 in Coppa Italia). Realizzazioni, sommate ad altri obiettivi, che gli valsero il corposo aumento di stipendio grazie allo scattare di tutti i bonus.
Ora l’argentino guadagna circa 6 milioni netti (più pagato dopo il centravanti belga nella rosa giallorossa), ma in questa sua seconda stagione potrebbe fare un ulteriore scatto in avanti staccando i compagni e prendendosi la corona di una squadra dove è stato accolto da re. Sia dai compagni che dai tifosi, che lo venerano sin dal primo giorno meritandosi ogni partita l’amore ricevuto sul campo.