I tifosi: «Roma brutta? Non è certo colpa nostra»

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Corriere dello Sport (R.Maida) Premessa: senza curva, o meglio senza Curva Sud, ogni missione diventa più difficile. Più che essere limitante, l’assenza del tifo organizzato rappresenta una mazzata per la Roma. Da un anno i gruppi organizzati più oltranzisti – sono la maggioranza, qualcuno ha abbandonato il fronte a maggio – disertano lo stadio Olimpico per protesta contro le barriere divisorie, che considerano lesive della libertà di tifare. Il risultato è che spesso l’impatto sonoro trasmesso ai giocatori in occasione delle partite della Roma è ridotto. I cori ci sono e partono dai Distinti Sud, quelli dalla parte della tribuna Monte Mario. A volte anche dalla Nord, che recentemente si è ripopolata. Ma non hanno lo stesso effetto trainante che garantisce il coordinamento tradizionale e richiesto a più riprese da dirigenti, allenatori e calciatori. Fin qui non ci sarebbe niente di male a lamentare un disagio.

LA NOVITA’ – Nainggolan invece chiama in causa, con una critica circostanziata, i tifosi che erano presenti all’Olimpico domenica per la partita contro la Sampdoria, sulla quale tra l’altro si era abbattuto nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo un nubifragio così forte da spingere l’ottanta per cento dei tifosi a cercare riparo fuori dalle tribune e quindi a distrarsi dal gioco. E’ verissimo che la gente ha fischiato all’intervallo, di fronte a uno spettacolo obiettivamente deludente, e che si è riaccesa quando ha capito che sarebbe entrato Totti. Ma la scintilla più forte è esplosa quando la Roma ha cambiato marcia sul piano tecnico: già nei primi istanti del secondo tempo, con la combinazione in area innescata da Salah e conclusa da Strootman addosso a Viviano, è stato visibile a tutti che la partita stava cambiando volto. E i fischi sono diventati applausi. Al resto poi hanno contribuito la classe e la qualità delle giocate, per buona parte ispirate da Totti, che hanno stimolato il pubblico a spingere la squadra al ribaltamento del risultato. Ma di per sé la carica di entusiasmo garantita dall’ingresso di Totti sarebbe stata facilmente neutralizzata se la Roma fosse rientrata in campo con l’atteggiamento del primo tempo.

PRECEDENTI – La prova è tangibile senza nemmeno esaminare l’ultimo anno senza Curva Sud. Basta rifarsi alle due partite stagionali giocate in precedenza all’Olimpico: contro il Porto, nel playoff di Champions League, la gente ha dato un sostegno finché la Roma è rimasta in partita, quindi anche dopo la doppia espulsione di De Rossi ed Emerson, e fino allo 0-2. Niente di paragonabile al Dragao di Oporto, che però è strutturalmente diverso, ma comunque un contributo accettabile. Eppure Totti non è entrato e anzi ha osservato malinconicamente a bordo campo la sua squadra affondare. Ancora più allegra è stata l’atmosfera per la prima partita di campionato contro l’Udinese. Con dinamiche simili a Roma-Sampdoria: primo tempo molle e quindi poco esaltante, secondo tempo pieno di gioco e gol e quindi vissuto con grande partecipazione dal pubblico. E Totti? Sempre fuori, stava.

CONCLUSIONI – Sarà interessante ora capire come il messaggio di Nainggolan sarà stato recepito dal popolo romanista. Già ieri sui social network è partito il dibattito: «E’ vero, dobbiamo tifare di più», «Ma come, adesso è colpa dei tifosi se la Roma non vince?». La risposta definitiva arriverà mercoledì prossimo, quando all’Olimpico è atteso il Crotone: servirà un Olimpico-bolgia per vincere la partita?

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