Il Messaggero – Tancredi: “Che delusione, è un colpo al cuore”

«Non voglio commettere l’errore del 2004, quando andai via senza parlare, subendo solo la versione degli altri», Franco Tancredi, classe ’55 abruzzese di Giulianova, romanista da sempre. Ci ha riprovato, ma non c’è riuscito. Il percorso nella Roma è sempre problematico e, dopo un anno, Tancredi, campione d’Italia con il giallorosso addosso nel 1983, è stato mandato via. Colpa di Sabatini? Di Baldini? S’è detto pure che i portieri gli abbiano fatto la fronda. Troppe versioni per un addio. Inaspettato. «Scelta tecnica: Zeman ha bisogno di un preparatore dei portieri, non più di due», motiva la Roma. Che vuol dire? Che Zeman avrebbe (ma il boemo c’entra davvero?) scelto Guido Nanni (che è a scadenza di contratto) e non Tancredi (un anno di contratto ancora).

Tancredi, sensazioni?
«Sono dispiaciuto, deluso».

Scelta tecnica, la convince?
«Questo conta poco ormai. È così, e devo rispettarla, senza fare troppe polemiche».

Se l’aspettava?
«No, a dire il vero credevo che, una volta rientrato, potevo terminare la carriera a Roma, nella Roma, dove ho sempre sognato di lavorare. Ma sono anche uno che vive nel calcio da tanti anni facendomi venire i capelli bianchi, ne ho viste di cose del genere, non mi sorprende affatto questo tipo di decisione. I contratti non contano, quando arriva un altro allenatore certe cose possono cambiare. Pazienza, lo accetto».

In cosa non andava bene Tancredi?
«Bisogna chiedere ad altri. Per me parla la storia, il curriculum. Ho allenato per tanti anni all’estero, ho lavorato con due campioni del mondo come Buffon e Casillas, ho potuto conoscere diversi sistemi di allenamento, mi sono sempre aggiornato e i risultati mi sembra si siano visti, in Italia e in Europa».

Il lavoro nella Roma come lo giudica?
«Mi sembra che tutti e tre i portieri, quando chiamati in causa, hanno sempre fatto bene».

Un suo giudizio su Stekelenburg.
«Purtroppo ha subito due grandi infortuni, che gli hanno condizionato la stagione. La botta in testa presa da Lucio a inizio campionato lo ha fatto fuori per un bel po’, nel finale invece, a Bologna, si è riacutizzato un problema alla spalla. Detto questo, lo considero un portiere affidabile, di livello internazionale».

È vero che ha avuto problemi con Lobont e lo stesso Stekelenburg?
«Ho sentito anche questa. Per quanto mi riguarda mi sono sempre comportato bene con tutti. Anche nel lavoro, sono andato incontro a chi magari era abituato a lavorare in una certa maniera, diversa da come pensavo io. Poi, se questo lo hanno fatto alle mie spalle, non lo so, è un problema loro».

La sua storia con la Roma è quantomeno sfortunata.
«Sì, è vero, ma rispetto al 2004 c’è una grande differenza. All’epoca non c’erano le condizioni per restare e me ne sono andato io, stavolta sono stato mandato via».

Nonostante Baldini, che un anno fa l’ha riportata a casa.
«Con Franco ho un rapporto di stima e un amicizia da anni. Lo ringrazio per avermi riportato a Roma, continuo a pensare di lui quello che pensavo prima».

Che farà adesso?
«Me ne vado in vacanza, aspettando di ritornare in pista. Per adesso mi preme salutare tutti i tifosi e ringraziarli per come mi hanno accolto lo scorso anno. Mando anche un saluto a chi, evidentemente, non sono troppo simpatico… Tanto nessuno mi toglierà la Roma dal cuore, ero, sono e sarò sempre un tifoso giallorosso».

Il Messaggero – Alessandro Angeloni

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