Con i tagli spuntano 22 milioni

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Il Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Ci sono diversi modi di mettere in sicurezza i bilanci. Quello davvero efficace è aumentare gli introiti. Il più sano, il più inattaccabile. Ecco, la Roma c’è anche riuscita ma è arrivata a scavalcare i 200 milioni grazie all’oro scavato nella miniera della Champions League. Basta sbagliare un preliminare per ritrovarsi al di qua della barriera, dove soffiano i venti dell’inverno.

FRETTA – Aspettando che arrivino sponsor principale, stadio nuovo, Olimpici pieni e milioni di ordinazioni di magliette, non è sbagliato cercare di contenere le spese. La società ci sta provando da almeno tre stagioni. Non è un lavoro da dita delicate e neppure poco faticoso. Nella stagione scorsa, per esempio, la crescita del monte ingaggi ha rosicchiato una discreta fetta delle plusvalenze ottenute sul mercato, cosa che crucciava il direttore sportivo Walter Sabatini. Ci si è messo il fair play finanziario non tanto a complicare le cose quanto a far fretta agli amministratori. Ma insomma, alla fine sembra che la Roma più o meno ce l’abbia fatta, che il disavanzo sia stato riportato all’interno dei limiti assegnati, come in quella barzelletta in cui s’infilavano un paio di elefanti in un’utilitaria. E che al massimo l’Uefa avrà margini per far pagare la multa sospesa di 4 milioni, se proprio vorrà essere cattiva. Questo vale per il bilancio del giugno scorso. Quello del prossimo anno dovrà comunque essere tenuto sotto stretta sorveglianza, poi serve denaro fresco per il mercato, poi non è che si possa tagliare indiscriminatamente altrimenti a un certo punto svaniscono le perdite e arrivano le sconfitte. Il monte ingaggi della Roma nella scorsa stagione è stato di 107 milioni di euro lordi, con lievi modifiche, dell’ordine di un paio di milioni, dopo la sessione di gennaio. Era il secondo della Serie A dopo quello della Juventus, che arrivava stando alle stime a 124 milioni.

RIMPIANTI – Beh, la Roma ha cominciato questo mercato dedicandosi a cancellare qualche stipendio pesante. Si è liberata anche di buoni e ottimi giocatori, certo, ma questo è un effetto collaterale inevitabile. Maicon ha portato con sé 4 milioni lordi, Lucas Digne lo stesso, sostituito da Mario Rui che senza bonus arriva a 1,8 e con i bonus a 2,4. Parliamo sempre di ingaggi lordi, mentre nel grafico è riportato il netto. Leandro Castan prendeva 2,5 milioni e Seydou Keita 1,5. Il pezzo forte è stato Miralem Pjanic, che ha aiutato a infilare gli elefanti in macchina con i 32 milioni della cessione e in più ha tolto di bilancio uno stipendio di 8 milioni. Probabilmente i tifosi della Roma rimpiangeranno Mire, ma questo lo dirà il tempo. Intanto, calcolando anche l’inserimento di Gerson che assorbe 3 milioni d’ingaggio, la Roma in pochi colpi ha tagliato 15,2 milioni. Oltre a Gerson è entrato Alisson, però i suoi 3 milioni pareggiano quelli di Morgan De Sanctis che al momento non è in rosa. In pratica fuori sono Adem Ljajic (3,8) e Sanabria (1). Lo stipendio di Totti è passato da 5 milioni a 2,5. E arriviamo a 22,5 milioni di risparmio. Aggiungiamoli al denaro delle prossime cessioni ed ecco un gruzzolo buono anche per cominciare ad ascoltare i consigli per gli acquisti. Che naturalmente porteranno altri stipendi da pagare. Quella con i soldi è una lotta che non finisce mai, non solo alla Roma.

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