Szczesny all’attacco: «Serve essere uomini e non ragazzini…»

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Sette non sono le meraviglie ma il numero della maledizione giallorossa. Sette i punti di distacco dalla Juventus, ora che un’altra sconfitta in trasferta – quattro, una in più di tutte quelle dello scorso campionato – è arrivata. Ora che un altro k.o. da queste parti s’è materializzato. Musica che annoia, mai una gioia si dice a Roma: sette sconfitte su sette partite allo Stadium, sei in campionato e una in Coppa Italia, 19 gol subiti, il ritorno a casa sempre pieno di dubbi, di perché, di quando mai. Al netto di una prestazione che a tratti non è neppure dispiaciuta, al netto pure però di un Gerson all’ala che ha ricordato a qualcuno di buona memoria il Marcos Assunçao contro il Liverpool edizione Capello. Roma stupita, stupito pure Radja Nainggolan che specie nel primo tempo si girava verso Spalletti e chiedeva indicazioni: «È chiaro che siamo abituati a giocare con Salah – ha spiegato il belga –. Abbiamo cercato una nuova via con Gerson, è giovane, ha dimostrato personalità, ma certo lo scatto di Salah ci è mancato. Peccato, perché abbiamo sette punti di distacco dalla Juve, vuol dire che per tentare il recupero dobbiamo sperare in tre loro sconfitte, non poche. È dura, ma dobbiamo crederci. Anche perché le loro occasioni sono arrivate solo quando noi eravamo protesi in avanti a cercare il gol. Orsato? A volte non ti fa neanche parlare, normale che ti innervosisci».

SZCZESNY ACCUSA Più duro (con la squadra) il compagno Szczesny, senza il quale la sconfitta sarebbe stata più ampia. Il polacco non ha usato parole banali: «Tra noi e la Juventus non c’è differenza di qualità, ma di mentalità. In campo dobbiamo comportarci più uomini e meno da ragazzi». Pare un mea culpa definito: «Abbiamo giocato bene solo dopo il gol subìto. Ora il distacco si fa più ampio, complicato da colmare specie con una grande squadra».

 

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