Corriere dello Sport (G. Marota) – Bernd Reichart è come l’arabo che bussa alla porta con una valigetta piena di soldi. Che fai, non gli apri? Quantomeno per educazione devi accoglierlo, ascoltarlo e magari pure strizzargli l’occhio. Perché il manager tedesco e la nuova Superlega – ripulita dal peccato originale di un circuito chiusissimo ed esclusivo – si portano dietro la promessa di una valanga di milioni e di un futuro dove la gestione dei diritti tv passa direttamente dalle mani dei club.

E così l’amministratore della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha messo da parte l’imbarazzo e ha incontrato ieri il pari ruolo di A22, la società che sta promuovendo il torneo, tornato alla ribalta dopo la sentenza del 21 dicembre della Corte Ue che ha spalancato alla possibilità di nuove competizioni definendo quello dell’Uefa “un abuso illegale di posizione dominante”.

In Italia il Napoli di ADL si è detto interessato a nuove competizioni contestando il modello attuale, il Milan è rimasto in vigile attesa, l’Inter ha rivendicato semplicemente la collaborazione all’interno dell’Eca e la Juve, come sappiamo, da socio fondatore della Superlega (come Real e Barça) a luglio ha fatto un passo indietro propedeutico all’intesa con Nyon dopo i guai legati alla giustizia sportiva. La Roma è l’unica ad aver preso due volte le distanze da A22, anche dopo che il presidente del Barcellona, Laporta, aveva sostenuto che “quattro italiane sarebbero pronte a unirsi: Inter, Milan, Napoli, Roma”. Sull’asse azzurro-blaugrana, con Reichart a fare da anello di congiunzione, può nascere una nuova storia.