Sud, il problema resta a Pallotta

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Il Corriere della Sera (R.Frignani) – «Più che del nuovo stadio si è parlato di quello vecchio». Dalla Prefettura lo spiegano chiaramente. All’incontro di ieri pomeriggio, durato meno di mezz’ora, il prefetto Franco Gabrielli e il presidente della Roma James Pallotta non hanno neanche toccato il tema dell’impianto al Tor di Valle, che li aveva fatti litigare nel corso della settimana. Si è parlato invece della curva Sud, sezionata per motivi di sicurezza, anche se la soluzione della questione che ha messo in crisi i rapporti del patron giallorosso con la tifoseria appare lontana. «Se i romanisti si comporteranno bene fino al termine della stagione – si sottolinea in Prefettura – allora potrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere rivista l’attuale situazione».

La palla è quindi tornata a Pallotta, uscito con il d.g. Mauro Baldissoni da una porta secondaria. In serata il presidente ha diramato un comunicato ufficiale – concordato con la Prefettura per evitare altri malintesi – nel quale è stato spiegato come «il confronto» sia stato «cordiale e positivo. Il dialogo con il prefetto è stato utile a individuare un quadro di lavoro possibile per migliorare la fruibilità degli eventi sportivi della Roma allo stadio Olimpico da parte dei tifosi, con particolare riferimento ai settori della curva Sud. Nei prossimi giorni sarà condiviso con la Questura un percorso costruttivo da sottoporre in tempi brevi all’attenzione del prefetto».

Quindi, per il momento, tutto rimane com’è. Divisione e barriere resteranno nella Sud per tutto il campionato e per gli altri impegni, Champions compresa. Ed è difficile pensare che le proteste degli ultrà giallorossi possano aiutare il patron americano a far cambiare le cose all’Olimpico. Più che di pace con Gabrielli si è trattato di un incontro che può preludere a un armistizio, in attesa che venga trovata una soluzione con i responsabili dell’ordine pubblico. Un piano per convincere i tifosi a rientrare in curva e accettare, di fatto, le misure di sicurezza, ma anche per contrastare le manifestazioni fuori dall’Olimpico che hanno portato a identificazioni, denunce e daspo.

Alla fine sarà sempre il prefetto a decidere se il progetto sia fattibile e se si possa aprire la strada al ritorno di una Sud unita come prima. Il percorso appare lungo e complicato, così come quello del nuovo stadio. Tanto che nei giorni scorsi alcuni sindacati – Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil – hanno parlato senza mezzi termini di «naufragio sulle spalle dei lavoratori», con «licenziamenti collettivi a Parsitalia che rifiuta il ricorso agli ammortizzatori sociali»: esuberi di 38 unità su 85 dipendenti per Parsitalia Real Estate srl e di 30 su 59 per la Parsitalia General Contractor srl, impegnate nella costruzione dell’impianto per i giallorossi «bloccato – come hanno sottolineato i sindacati – in fase progettuale». Un duro colpo al quale è seguita la frase di Gabrielli: «Credo che questa città abbia problemi più seri del nuovo stadio della Roma».

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