Il Tempo (M. Cirulli) – Nel pareggio tra Lazio e Roma di ieri lo spettacolo, come di consueto nella stracittadina, si è concentrato sugli spalti, dove entrambe le tifoserie hanno svelato le coreografie a cui lavoravano da mesi. Qualche piccolo intoppo per il settore dei giallorossi, che prima del fischio d’inizio hanno cominciato a svelare l’immagine centrale della scenografia, trovando tuttavia qualche ostacolo. La parte non occupata da tifosi della Curva Sud, quella che affaccia sulla Tribuna Tevere, era ricoperta di cartoncini color oro, un’anticipazione di quello che poi si è rivelato essere uno spettacolo multicolore. Se nello svelare la figura di quello che poi si scoprirà essere Marte, il dio della guerra della mitologia romana, c’è stato qualche inciampo, il resto della coreografia è stato eseguito alla perfezione.

Al segnale, infatti, tutto il settore si è colorato di cartoncini oro e porpora, a disegnare una serie di fulmini che circondavano il disegno della divinità accompagnata inoltre dall’illustrazione dei sette colli della città di Roma. Un’immagine che vuole quindi raffigurare la storia e la tradizione della Capitale, partendo dalla mitologia, così come recita lo striscione che accompagna la coreografia. “Discendenti di Marte, Padroni della storia”. Nelle società romane antiche, infatti, la figura di Marte ha un ruolo più importante rispetto alle altre tradizioni, come la controparte greca (Ares) o nordica (Tyr). La divinità della guerra è considerata come padre del popolo romano – tant’è che all’epoca era consuetudine chiamarsi “Figli di Marte”. La leggenda narra del suo passato con Rea Silvia, che portò alla nascita dei due fondatori di Roma, Romolo e Remo.

E nella coreografia il dio è raffigurato in una posa simile alla statua presente nei Musei Capitolini, con tanto di elmo corinzio e corazza. Oltre alla scenografia, la cui realizzazione è stata possibile solamente grazie al contributo di tutti i tifosi che hanno donato nei mesi precedenti fuori dall’Olimpico, la Curva Sud si è unita anche all’abbraccio collettivo a Gabriele Sandri, con applausi e cori a lui dedicati nel momento del ricordo della sua scomparsa. Nonostante la differenza numerica sugli spalti, i tifosi giallorossi si sono fatti sentire e rispettare, soprattutto nei momenti di possesso palla della Roma in campo, spingendo la squadra alla costruzione dell’azione e alla conclusione anticipata, cercando di dare una carica in più alla squadra anche nei momenti più delicati della partita, come la traversa di Luis Alberto o la parata di Rui Patricio su Romagnoli.