Stadio, è ora di decidere

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Lo hanno fatto, hanno steso sul tavolo il progetto del nuovo stadio e di tutto quello che dovrebbe sorgere intorno e ci hanno lavorato sopra con la gomma per cancellare e le matite. Metaforicamente. Ormai si fa quasi tutto sui monitor. Comunque è venuto fuori qualcosa di diverso, presumibilmente qualcosa di lievemente diverso da quello che c’era all’inizio, qualcosa che deve mantenere la sostanza della stesura iniziale. Altrimenti bisognerebbe ripartire daccapo con una nuova delibera di interesse pubblico e con un’altra e diversa conferenza dei servizi, auguri e arrivederci tra qualche anno.

INCERTEZZE – Ieri i tecnici, gli ingegneri e gli amministratori hanno concluso il loro lavoro, oggi la Roma e i costruttori invieranno di buon’ora il progetto migliorato, lo definiscono proprio così, al sindaco, agli assessori competenti e a tutti coloro che possono metterci una buona parola. La settimana scorsa nella riunione che avrebbe dovuto essere determinante e conclusiva c’erano per esempio il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e il vicesindaco Luca Bergamo. Devono anche vedersi oltre che entrare in contatto per interposta rete digitale. Infatti oggi alle 14.30 si vedono: probabilmente negli uffici dell’assessorato all’urbanistica, sui quali la settimana scorsa dominava la figura di Paolo Berdini. Che è in bilico e ci resterà qualche giorno, a bagnomaria. «Con lui o senza cambia poco. Sullo stadio il discorso è corale», commenta Luca Lanzalone, avvocato e rappresentante del vertice nazionale del Movimento. Appunto su Berdini è stata imperniata la giornata di ieri del Movimento 5 Stelle che amministra Roma. Un’assemblea sulle dichiarazioni aggressive, apparse su La Stampa, da parte dell’assessore nei confronti del sindaco Virginia Raggi, sulla lettera pubblicata ieri da Il Fatto Quotidiano in cui Berdini ribadiva la sua opposizione allo stadio della Roma ma soprattutto invitava il sindaco a portare avanti con lui una battaglia per il rinnovamento o quello che lui considera tale. Micidiale la freddezza della replica della Raggi: «Continuo a leggere interviste e dichiarazioni. Sinceramente non so dove trovi il tempo, con tutto il lavoro che c’è da fare. La pazienza delle persone ha un limite». Viene abbastanza facile leggere queste parole come una rinnovata dichiarazione d’intenti sullo stadio. Più esplicite, anche se non definitive, le frasi di ieri l’altro: «Ci siamo concentrati sulla revisione finale. Verifichiamo gli atti necessari alla conclusione della procedura entro il 3 marzo. Obiettivo: lavorare alla fattibilità del progetto nel rispetto delle regole». Insomma, vorrebbero dire sì ma devono stare attenti. Tra i 5 Stelle chi tiene duro, chi chiede un referendum in rete, Berdini gioca le sue ultime carte politiche e verbali. Il punto è che il tempo è praticamente scaduto. Oggi il tavolo politico deve in teoria chiudersi con una risposta sul parere definitivo del Comune. Da lì si andrà il 3 marzo alla conclusione della conferenza dei servizi, gestita dalla Regione Lazio, dalla quale uscirà la decisione definitiva. In teoria perché la sola riunione di oggi potrebbe non essere sufficiente a definire una questione tanto complessa. Chiaro tuttavia che oggi dovranno almeno capire se la strada è percorribile e fare di tutto per renderla tale. Una rottura non conviene a nessuno e il verdetto della giunta Marino sul progetto così com’è continua fino a prova contraria a rimanere valida.

UMORI – I nuovi documenti contengono quanto chiesto dal Comune: aggiustamenti minori, un taglio da un milione a circa 750.000 dei metri cubi da edificare, una limatura alle opere pubbliche delle quali però bisogna salvare il più possibile, anche delle zone verdi, per non smarrire l’interesse pubblico del progetto. Hanno sforbiciato, a due riprese, e la Roma e il costruttore Luca Parnasi possono solo sperare che basti. Oppure prepararsi a una lunga e intricata battaglia legale. Dipende da tante cose, dagli umori annusati in rete, dagli equilibri politici con i quali ci sveglieremo questa mattina, dal destino di Berdini. Eppure conta di più il fatto che per la prima volta in questa storia il progetto modificato è uscito da un dialogo invece che da uno scontro ideologico. L’ottimismo delle ultime ore poggia qui.

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