Stadio, i dubbi del M5S: si torna a votare sui lavori

Per evitare altri inciampi nel pantano dello stadio, i 5 Stelle bussano di nuovo alla porta dell’Avvocatura comunale. Ai legali del Campidoglio, la pattuglia grillina stavolta ha chiesto se e come riportare in Assemblea la delibera che aveva conferito il «pubblico interesse» al progetto Tor di Valle, insomma l’atto messo ai voti, era il giugno 2017, da Marcello De Vito. Obiettivo: ripetere la votazione. È il tentativo di «blindarsi» in una vicenda impazzita e dagli esiti imprevedibili. A spingere i grillini a ridiscutere il primo «sì» all’operazione calcistico-immobiliare sono considerazioni di carattere tecnico, oltre che politico. Il provvedimento sul pubblico interesse potrebbe risultare in qualche modo «inficiato» dal fatto che a portarlo in Aula, materialmente, sia stato De Vito. Agli esponenti M5S è stato detto che quella delibera potrebbe essere contestata in Tribunale, «su ricorso di terzi», nel caso in cui si arrivasse a una condanna di chi l’ha approvata. Ipotesi remota, ma c’è. Ecco allora l’idea di un voto bis. Resterebbe poi da superare l’ostacolo della convenzione, cioè il patto tra Comune e proponenti. Al momento l’intesa non c’è. Non c’è accordo su svariati punti: l’unificazione dell’Ostiense-via del Mare, la tribuna del vecchio ippodromo da ricostruire, i 45 milioni per la mobilità da versare in un’unica tranche, così chiede il Campidoglio, la clausola che legherebbe l’apertura dello stadio al potenziamento effettivo dei trasporti. Lo scrive Il Messaggero.

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