Il dibattito sul futuro stadio della Roma continua a infiammare la capitale, con sempre più voci critiche sul progetto di Pietralata. Tra queste, quella di Sergio Santoro, presidente onorario del Consiglio di Stato e legale dei comitati che si oppongono alla costruzione del nuovo impianto, dichiaratosi da sempre di fede laziale.
Come riportato da Radio Roma Sound, Santoro ha sottolineato la necessità di verificare la presenza di un’area boscata nella zona individuata per il nuovo stadio: “Abbiamo chiesto che fosse accertata e provata documentalmente l’esistenza di un’area boscata, perché una norma europea vieta di abbattere i boschi. Gli alberi hanno un valore fondamentale per la salute dei cittadini, assorbono la CO₂ e rilasciano ossigeno”.
L’avvocato ha poi chiarito di non essere contrario alla costruzione di uno stadio per la Roma, ma di preferire soluzioni alternative come il recupero dello stadio Flaminio, oggi abbandonato, o una ristrutturazione dell’Olimpico per adattarlo meglio alle esigenze calcistiche. “Bisogna seguire il modello milanese, con tribune più verticali che favoriscano la visione dello spettacolo sportivo”. Alla domanda su quali fossero le basi per andare in opposizione al progetto di Pietralata ha spiegato, “Noi abbiamo chiesto che fosse accertata e comunque provata documentalmente l’esistenza di un’area boscata, perché ovviamente per una norma europea i boschi non si possono buttare giù. Gli alberi hanno un valore estremamente rilevante nella salute dei cittadini perché assorbono la CO2, rilasciano l’ossigeno e sono a tutela del clima. Non è che ci opponiamo allo stadio della Roma, io sono laziale, però me ne dimentico ritenendo che uno stadio vada realizzato”. ha concluso Santoro.



