Stadio della Roma, affitto terreno Tor di Valle: in 4 a processo

Ippodromo Tor di Valle

Corriere.it – Per la bancarotta della «Ippodromo Tor di Valle srl», fallita nel giugno del 2013 dopo essere stata costituita dalla Sais spa, proprietaria del terreno sul quale dovrebbe sorgere lo stadio della Roma, quattro persone sono state rinviate a giudizio. Si tratta degli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia, soci Sais nonché amministratori della «Ippodromo Tor di Valle», del liquidatore Mauro Ciccozzi e dell’amministratore unico Sais, Michele Saggese, il cui processo in tribunale prenderà il via il 16 gennaio del 2017.

LE MANOVRE SCOPERTE DAL PM – Stando al pm Mario Dovinola, la cui indagine non ha nulla a che vedere con il progetto di edificazione dell’impianto che dovrebbe ospitare le partite del club giallorosso, i due Papalia avrebbero causato il fallimento della società, «dando prima corso all’acquisto da parte di Ippodromo Tor di Valle srl (subentrata nel contratto di affitto del terreno stipulato nel 2000 tra la Sais e la Ippodromi & Città srl) di un’azienda già in stato di profonda crisi economica» e «cumulando successivamente un debito tributario e previdenziale che ne aumentava ulteriormente il dissesto». Per la Procura, che ha contestato anche il reato di omesso versamento delle imposte riferite al periodo 2008-2011, «il complesso delle attività distrattive e di operazioni dolose dirette a cagionare il fallimento della `Ippodromo Tor di Valle´ è stato realizzato al fine di dare attuazione alla determinazione dei Papalia di alienare l’area su cui insisteva l’ippodromo, maturata sin dall’epoca della cessione dell’azienda da `Ippodromi e Città´ a `Ippodromo Tor di Valle´; invero, la `Ippodromo Tor di Valle´ restituiva alla Sais sia la proprietà che il possesso dell’area e di ogni bene, mettendo quest’ultima in condizione di vendere alla società Eurnova srl (nella persona di Luca Parnasi per 42 milioni di euro, ndr) all’esito di una trattativa iniziata prima del 25 marzo 2010, data di stipula del contratto preliminare».

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