Spunta un’altra idea per Tor di Valle

Per lo Stadio di Tor di Valle si va avanti a docce scozzesi, ma almeno non si va indietro. La situazione di equilibrio instabile è nota. C’è una maggioranza a forte rischio di divisione fatale, specialmente sul tema del nuovo stadio della Roma, c’è un clima genericamente sfavorevole alle fughe in avanti e così i politici hanno detto a tecnici: noi non ci strappiamo i capelli se l’iniziativa Tor di Valle viene meno, però se riuscite a trovare un sistema per andare a dama siamo contenti e possiamo presentarci al voto in Assemblea Capitolina forti del vostro lavoro. Resta il fatto che le opere pubbliche riguardanti la mobilità devono essere completate un minuto prima dell’inaugurazione dello stadio. Proprio il vincolo che la Roma non può accettare: troppo elevato il rischio di dover tenere inutilizzato l’impianto per qualche anno. Allora si sta facendo strada un escamotage giuridico. Il Comune resta irremovibile soltanto per le aree che ricadono sotto la sua diretta competenza. In sintesi, l’unificazione di Ostiense e Via del Mare, la messa in sicurezza della zona idrogeologica. Il Comune però ammette che non è possibile inserire un vincolo tanto stringente laddove sono coinvolte altre parti, sostanzialmente la Regione Lazio per quanto attiene al potenziamento della ferrovia Roma Lido. Se va in porto questo compromesso, sarà cura della Roma stessa non aprire nessuna guerra fredda con la Regione. Nel frattempo ieri, l’ex sindaco Ignazio Marino ha detto a Roma Radio Capitale: “Spero che lo stadio della Roma si faccia, ma non sono molto ottimista. Se fossi rimasto al governo di questa città, nel giro di un mandato l’impianto sarebbe stato inaugurato” . Lo riporta Il Corriere dello Sport.

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