Spalletti: «Siamo fortissimi ma la Juve di più»

Corriere Dello Sport (R.Maida) – Stavolta l’«ossessione» non è vincere un titolo, ormai irraggiungibile, ma vincere almeno questa partita: Luciano Spalletti non ha mai battuto la Juventus in campionato e sa che probabilmente, in ottica Champions League, sarà obbligato a farlo stasera, anche per evitare lo smacco dei festeggiamenti per lo scudetto altrui nel giardino di casa. Eppure si avvicina alla serata con uno spirito costruttivo, senza cadere nella tentazione del rimpianto: «La Juve è stata più forte di tutti, anche di se stessa». Pure se dopo lo scontro diretto dell’andata, ha fatto gli stessi punti della Roma: «Ma ha potuto gestire il vantaggio che aveva, di 7 punti. Ogni volta che potevamo riavvicinarci, loro hanno accelerato di nuovo. Il nostro lavoro è stato buono. Per colpa dell’allenatore, abbiamo perso qualche partita e qualche punto di troppo però onestamente mi sembra difficile in questo momento stare al passo della Juve. Vale per tutti».

FRECCIATE – Ora la Roma deve difendere il secondo posto mentre Maurizio Sarri, collega del Napoli, sostiene che sia ingiusta la volata dilazionata nel tempo: «Ha ragione quando dice che si debba giocare tutti alla stessa ora. Ma allora deve valere sempre. La settimana scorsa il Napoli ha giocato il sabato contro il Cagliari e noi domenica sera con il Milan. Andava bene in quel caso?». Gli andrebbe meglio se potesse contare su Dzeko, che per la prima volta in questo campionato non potrà giocare: «E’ un peccato perché la squadra si è abituata a servirlo e a giocare con il terminale offensivo. Dovremo cambiare qualcosa ma devo pensare anche alle altre situazioni. Nainggolan, Perotti e qualche altro non stanno benissimo. Lo dico non per cercare alibi ma per spiegare. Dovremo fare diversi ragionamenti». Uno, clamoroso, potrebbe portare all’impiego di Totti dal primo minuto dopo l’ennesima settimana di polemiche: «Io penso al bene della Roma e basta. Magari Francesco ci torna utile in questo momento. Se domenica scorsa avesse giocato a San Siro cinque minuti sarei stato criticato lo stesso...».

VOCABOLARIO – Le scorie del caso sono ancora in circolo: lo dimostra non solo una risposta a Matteo Salvini che si era preparato con cura (ne parliamo a parte) ma anche il discorso più generale sull’attenzione dei tifosi della Roma, che riempiranno l’Olimpico per il Totti day e non per la sfida contro la grande Juve. Spalletti finge di non conoscerne la ragione: «Se lo stadio è pieno per me è un piacere, più gente c’è e meglio è. Non mi dà fastidio che ci sia l’esaurito per la partita con il Genoa. Perché dovrebbe? Anzi, uno degli obiettivi che mi ero posto quando sono tornato era riportare il pubblico vicino alla squadra. E formare una squadra competitiva. Credo di esserci riuscito. Per il resto basta prendere un dizionario». E qui, via a una digressione un po’ astrusa sui significati delle parole: «Allenatore: quello che allena la squadra e che sceglie la formazione per vincere. Cuore: dove si racchiude qualcosa, che sta dentro… Capitano: colui che indica il comportamento ai compagni nello spogliatoio». Il senso è che ognuno deve svolgere il proprio ruolo. Spalletti deve fare la formazione migliore, Totti deve comportarsi da capitano: «Questo dice il dizionario e possiamo vedere se è stato usato bene o male. Ma credetemi, io tengo conto di tutto, prima di tutto la Roma». Però con un occhio strizzato all’Inter, quando gli si nomina Sabatini: «E’ un grande dirigente, ci siamo trovati d’accordo su alcune cose e meno su altre. Ma se dovesse capitare di lavorare ancora con lui, perché dovrei dire di no?».

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