Spalletti: “Non possiamo lasciare punti per strada. Non ho chiesto la cessione di Paredes. Kessie mi piace molto” – VIDEO

Pagine Romaniste – Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Sampdoria. Queste le sue parole:

Inizia Spalletti col bollettino: “Inizio abbastanza facile e bello. Florenzi dalla prossima settimana inizia ad allenarsi con la Primavera qui al campo Testaccio, per cui siamo tutti contenti. Per il resto sono tutti a disposizione tranne qualche problemetto di qualcuno, ma sono tutti a disposizione. Cose normali“.

Quanto è cambiata la Sampdoria in questi mesi e quali sono le insidie?
Di Giampaolo io ne parlo bene perché lo conosco da tantissimo tempo, ma lo conosciamo anche noi della Roma perché prima di un Lione-Roma andammo a giocare ad Ascoli e prendemmo una sveglia. Già lì la squadra evidenziava le qualità di quest’allenatore. Perché vincere quella Roma lì e come vinsero loro con il gioco e con la palla a terra: quello fu il primo messaggio forte sulle doti di Giampaolo. Io l’ho sempre seguito perché lo conosco e l’ho visto lavorare. Ha dato continuità al bel gioco dell’Empoli dopo Sarri ed ha la stima dei giocatori che parlano di lui anche dopo essere stati insieme nello spogliatoio. Se si va a parlare poi con quelli che ricevono le notizie e le indicazioni ti raccontano che tipo di indicazioni gli vengono date. I calciatori di lui ne parlano molto bene. La Sampdoria è un’insidia. Siamo riusciti a vincere 2 partite con grande difficoltà ma siamo stati in difficoltà sia in campionato che in coppa. Abbiamo più qualità, siamo riusciti a metterla in pratica e abbiamo sfruttato delle situazioni. Abbiamo giocatori più forti dal punto di vista del K.O. Ho sfruttato il fattore Roma e la sua qualità. Poi se vai a vedere la lettura della linea difensiva sulla palla ci trovi delle qualità, del modo di lavorare e dell’organizzazione di strada sono impressionanti. Bisogna far sapere ai calciatori che cosa sono i tempi delle giocate, metterle in pratica. Il trequartista che si butta sempre dietro alla punta che ti viene incontro con il taglio verso la bandierina, che è un automatismo che va assorbito bene dalla linea difensiva perché loro si ammucchiano a centrocampo. Loro con la loro ripetitività lo riescono a fare in un attimo e lo rendono produttivo in un attimo. Per noi è un momento particolare perché non possiamo lasciare punti per strada e dobbiamo tentare di vincere anche questa volta. Abbiamo un avversario difficile davanti per colpa di Giampaolo soprattutto.

Sono queste le partite che faranno da ago della bilancia in questo campionato? Il fatto di star tranquilli li rende più temibili?
Secondo me c’è un filo conduttore che deve essere uguale per tutti ed è la professionalità. Dobbiamo essere bravi a lavorare bene se si vuole avere un futuro importante. Non sono i discorsi, le amicizie e il io ti do e tu mi dai. Lavorare in maniera seria e riuscire a costruire qualcosa di forte tramite il lavoro e i giocatori questo lo sanno. Si nasce una volta sola, si vive una volta sola, due non è possibile. Per renderla una vita importante bisogna sfruttare tutti i momenti che capitano e i momenti sono quello che possiedi, non il domani o quello che è accaduto. Per avere una vita carica di soddisfazioni e felicità devi vivere intensamente il momento che stai vivendo. Io penso che sia così anche per i giocatori. In molti probabilmente possono permettersi di stare comodi dentro una partita e dare meno di quello che possono dare, ma non è il mio modo di ragionare. Penso che anche gli altri ricerchino non facciano così e cercano sempre il massimo per dare una crescita costante con il lavoro quotidiano. Poi certo mi metto sopra uno sgabello e dico che sono cresciuto, questo è vero ma non è la stessa cosa (ride ndr). La tranquillità li può far star tranquilli fino al punto che pensano che queste squadre possono dare un taglio alla partita che vogliono, perché possono scegliere dove metterci tutto fino in fondo e dove abbassare un po’ il livello perché tanto ormai il loro campionato è lo stesso. Però c’è anche l’aspetto della professionalità, che ho cercato di spiegare e non so se ci sono riuscito.

Considera un errore non aver capito subito di doversi mettere con la difesa a tre?
Se la somma degli errori vuol dire essere in una buona posizione dove siamo ora, allora sono cose che si possono accettare. E’ chiaro che poi ci sono momenti dove non hai quel calciatore a disposizione, cosa che ci è successo, dove non sei a conoscenza di alcune cose. La difesa a 4 è una cosa che si può tornare a fare, soprattutto con la rosa quasi tutta a disposizione. L’essenziale è che la squadra abbia un equilibrio. Per domani si va avanti così perché loro trovano soddisfazione nel non prendere gol. Sono dati importanti questi risultati ultimi dove la squadra ha concesso pochissimo nel far tirare l’avversario. I difensori stessi devono trovare soddisfazione in questo comportamento qui e in questi numeri qui. Deve essere questa la ricerca, perché per esempio nell’ultimo gol di Dzeko la palla gliel’ha data Rudiger, che è una bella palla tagliata che si chiama passante che va verso il secondo palo, esce sul secondo palo. Ha messo questo bel passante che Dzeko ha sfruttato andando dietro al difensore ed ha incrociato la palla. Ma nessuno ha dato grandissimo rilievo al fatto che Rudiger ha fatto un assist importante. Se lo fa un calciatore diverso si dice bravo. Praticamente volevo dire che per loro la soluzione è quello di non far fare gol agli avversari, perché, questo numero a volte nelle statistiche non piace cioè lo zero, non gli viene riconosciuto tanto. Ora si parla tanto della difesa della Roma perché non prendono gol e non perché Rudiger ha fatto l’assist della vitoria. Loro si debbono attaccare a questi numeri qui e bisogna cercare di continuare così, perché siamo nelle condizioni, avendo 5 centrali fortissimi dal punto di vista fisico, della velocità e della struttura, di creare equilibrio, sostanza e problemi agli avversari. Bisogna rafforzare questa attenzione sul lavoro dei difensori perché questo deve essere il loro obiettivo e fra di loro devono pensare di non aver bisogno di aiuto, ci pensiamo da soli. Questa è casa nostra e qui si pulisce noi la situazione, perché lo possono fare.

Può chiarirci la cessione di Paredes? E’ un ipotesi concreta?
Allora proviamo a sintetizzare. Non ho chiesto la cessione di Paredes. Se c’è un’analisi delle dinamiche di mercato e delle volontà del giocatore, queste vanno chieste o alla società o al giocatore. Io non ho chiesto la cessione di Paredes.

Come cataloga Grenier?
Come avete scritto. E’ un calciatore che era stato seguito per sostituire Pirlo nel Milan. Ha avuto un momento di flessione nella sua carriera che secondo me un ambiente come Roma e una squadra come la Roma può sistemare velocemente questa perdita di tempo che lui ha avuto o questo contrattempo nello sviluppo delle sue qualità. E’ chiaro che lui dobbiamo vederlo in pratica, lavorando con i compagni. Si può fare il paragone con Fazio, che è un qualcosa di simile: non ha giocato gli ultimi due anni è venuto qui, entrando in punta di piedi e siccome è bello grosso ed ha forza ha fatto il prepotente con gli avversari e si è meritato tutte le attenzioni che gli stiamo dando, che sono tutte sue e sono tutte corrette. Su Grenier nutriamo grande fiducia per il futuro e sono convinto che entrando qui in poche sedute d’allenamento ritroverà l’entusiasmo, quella qualità che ha a disposizione e potrà darci una mano.

La stagione della Roma si decide nel prossimo mese?
Quello che all’inizio del campionato conosciamo il mercato di gennaio, che sarà un mercato di riparazione, ma non sappiamo in che misura lo andremo a sfruttare o a farne uso. Nel nostro caso, dei nostri calciatori, dei nostri professionisti nessuno ha fallito e nella Roma non c’è niente da riparare. L’attenzione a questo mercato lo capisco da parte della stampa, ma noi abbiamo fiducia nei nostri calciatori e il nostro futuro dipende da loro e sarà secondo me un futuro di quelli che può darci soddisfazioni, perché io i miei calciatori li conosco bene. Più fiducia gli diamo e più roba ci restituiscono. Perché sono loro che ci hanno portato a non dover riparare niente e sono loro che ci hanno portato al tavolo dei più bravi e dei più forti di questo campionato. Il merito è di questi giocatori qui. A me sta bene rimanere così, non tocchiamo niente. Poi ci sono dinamiche e valutazioni. Il mercato aperto vuol dire che molti calciatori della Roma possono avere mercato, perché sono calciatori forti, per cui dipenderà dalle valutazioni della società nel far tornare tutti i conti, eprché è giusto fare così, e dalle volontà dei calciatori. Perché come è successo viene una società e ti prende un calciatore che ci va volentieri e poi diventa per noi un po’ più difficile. Fa parte di queste cose qui questo mio discorso generale. Però noi non abbiamo niente da riparare, siamo a posto perché i nostri calciatori hanno fatto a pieno il loro dovere.

Come si fa ad unire l’ossessione della vittoria e l’esigenza di vendere?
Di calciatori ce ne sono tanti e io credo che ci sia una qualità di saper sostituire un giocatore. Tu non sei l’unico, ci sono sempre dei confronti da fare nella vita con chi vuole passarti davanti e studiano giornalmente. E’ la preparazione che fa la differenza quando ti devi confrontare con quelli che ti vogliono mettere dietro e questo può succedere, ci sono delle esigenze di possibilità. Si parla spesso di stadi perché la Juventus con lo stadio di proprietà ha dei ricavi importanti e tutti vanno a cercare quello lì per fare una squadra più forte. Bisogna saper trovare le soluzioni quando ci sono società che hanno più possibilità. L’erba del vicino non è sempre più verde, io devo annaffiare bene la mia perché diventa verde anche quella. La prima cosa è sapere quali calciatori stanno crescendo, poter prevedere quali calciatori avranno un futuro importante e quali un po’ meno, dover accettare che ti venga portato via uno e andarlo a sostituire. Essere pronti a tutto ciò che passa e che fa parte di questi discorsi qui. Io penso che la Roma stia lavorando bene, anche perché c’è l’obbligo di essere sempre competitivo. Non si possono fare due anni sottotono per poter far crescere alcuni calciatori, qui non ti è permesso farlo. E’ stato lasciato partire in passato giocatori con un buon futuro, ma la Roma negli ultimi anni ha sempre fatto campionati di livello e quello italiano è un campionato difficile. Anche altre società hanno avuto delle difficoltà in qualche stagione, dove non sono state competitive per il nome o per il blasone della società che hanno. Si lavora in maniera professionale e più corretta possibile, cercando di far crescere i calciatori. Voglio fare un complimento al Corriere dello Sport e al Messaggero per i titoli che hanno fatto su Dzeko, è l’esempio concreto di quando si diceva ad inizio campionato che dovevamo cercare altri calciatori che possano essere un riferimento di questa squadra e di questo ambiente come Totti. Bisogna apprezzare e dare fiducia ai calciatori che si hanno. Se uno vuole andar via o ci sono esigenze di mercato diverse per quello che è il nostro mondo diventa una qualità importante. O sei l’assoluto, ma noi non siamo gli unici. Ci sono altre squadre fortissime: Milan, Inter, Napoli, Juventus, Lazio e Fiorentina. Devi essere competitivo, le soluzione non sono solo i soldi o l’amicizie, sono le qualità che hai per essere pronto per confrontarti con tutte le insidie di qualsiasi settore si parli.

Qual è la posizione su Paredes?
Se la società dovesse vendere per mettere i soldi sotto il materasso, allora è un conto, se ha necessità di vendere per mettere a posto i conti del fair play finanziario, quella è un’altra valutazione. Lavoro volentieri con questa società, ci sono stato bene per il periodo che c’ho passato, li vedo fare le cose con impegno. Se siamo qui è perché il presidente ha messo dei soldi, perché ha portato a casa giocatori importanti. Io ho giocatori buoni e importanti, e allo stesso tempo quelli che l’hanno scelti sono stati bravi. Siamo nelle condizioni di confrontarci con chiunque. Se loro portassero i soldi a casa e si possono reinvestire lo si fa, un calciatore può chiedere di andare via e diventa difficile tenerlo. Dipende da chi lo chiede e dalle esigenze, un calciatore che sta malvolentieri qui non lo voglio. Si è parlato di Defrel, mi piace avendo la possibilità di scegliere, di scegliere di dare più tempo a disposizione a quelli che ho. El Shaarawy è un po’ giù perché non sente la fiducia addosso ma io devo fare una scelta di equilibri, Francesco ha giocato poco, la squadra funziona e ora ritorna Salah. All’inizio davamo via Iturbe e partiva Salah, ci voleva un calciatore subito per fare queste 4-5 partite. Magari Salah torna prima (ride, ndr).

Paredes ha manifestato una certa volontà di partire?
A me no. E’ stato scritto che dall’inizio dell’anno era così e così. Io con Paredes non ho mai avuto niente. A volte si fa uscire anche un modo di rappresentare una cosa che non è la realtà, dipende dal taglio che gli si da. Io non ho mai litigato con Paredes, all’inizio dell’anno c’era stato qualche discorso per quello che mi riguardava con i rapporti con Leo. Lui si è allenato bene, ha avuto qualche problemino e qualche volta gli ho preferito De Rossi, perché quello è il suo ruolo. Lui è perfetto per giocare davanti alla linea difensiva perché con quel piede lì arriva da tutte le parti. Ti far star comodo, di far stare a casa tua in quelle situazioni. E’ un giocatore che diventerà molto forte. La squadra ha funzionato sia con lui che senza di lui e non ha giocato con grande continuità. ha avuto una notevole crescita venendo dall’Empoli, è lui che ha percorso la strada maestra per arrivare poi ad evidenziare il calciatore che è. Noi ora lo useremo in questo periodo difficile con tante partite. Lì può effettivamente giocare con grande continuità. Ha avuto questo infortunio alla caviglia che non l’ha fatto allenare e non allenandosi non aveva una giusta condizione fisica, perché lui poi ha anche questa struttura fisica imponente.

El Shaarawy è un giocatore scontento?
No. Io penso che ci siano degli equilibri dove c’è anche il carattere del calciatore. El Shaarawy non è scontento, caratterialmente è fatto così. L’anno scorso è stati fortissimo giocando con più continuità. Quest’anno è sempre stato fortissimo giocando con meno continuità e quando parte dalla panchina non riesce a dare lo stesso e deve mettere a posto questa cosa. Se vado a prendere un nuovo giocatore rischio di fare ancora più confusione. Il numero che abbiamo, avendo recuperato qualche infortunato, è corretto. Il nostro futuro sono loro perché abbiamo dei giocatori forti, non andiamo a cercare niente e facciamogli sentire più fiducia. Non mettiamoli in competizione con un altro giocatore. Totti lo voglio far giocare di più, quando torna Salah anche. Poi per noi Edin è fondamentale e quando ritorna Salah e tu fai giocare El Shaarawy poi ti avanza Perotti, Totti e poi che si fa, servirebbe un’altra partita per farli giocare tutti. Potendo scegliere voglio far sentire ancora più fiducia a quelli che ci hanno portato fino a questo punto.

Kessie è un nome che ti piacerebbe?
Dalle mie parti si dice ‘di molto’.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti