Scoppia il caos nel calcio spagnolo, con la Liga che rischia di fermarsi proprio sul più bello e, di conseguenza, la sfida a distanza Barcellona-Real potrebbe non vedere mai la fine. La Federcalcio spagnola ha infatti deciso di sospendere tutte le competizioni a partire dal 16 maggio se non si risolverà la querelle sui diritti tv, dopo l’approvazione (il 30 aprile) del decreto che ha ridisegnato la ripartizione degli introiti.
La Rfef (Federcalcio spagnola), con un comunicato ufficiale apparso sul proprio sito, ha espresso “insoddisfazione” per il provvedimento giudicato “irrispettoso” nei confronti del calcio spagnolo. La stop, a partire dal 16 maggio, farebbe saltare le ultime due giornate della Liga e la finale di Coppa del Re tra Barcellona e Athletic Bilbao.
“A causa della mancanza di rispetto nei confronti della Rfef da parte del Governo di Spagna nel contenuto del Real Decreto-legge e della mancata risoluzione di tutte le problematiche che affliggono 17 federazioni regionali, oltre 600mila atleti, 30mila partite e 15mila società di calcio amatoriale – si legge nella nota –, ignorandone il loro significato e sentimento, si decide di sospendere tutte le competizioni in tutte le categorie dal 16 maggio a tempo indeterminato. Al contempo, ancora una volta, reiteriamo la nostra offerta di dialogo da parte della Rfef nei confronti del Governo di Spagna“. Il presidente della federcalcio spagnola, Angel María Villar, nei prossimi giorni dovrebbe incontrare José Ignacio Wert, ministro dello sport, per cercare di trovare una soluzione.
Il provvedimento sui diritti tv è stato approvato dal governo spagnolo il 30 aprile scorso e da allora è iniziato un sottile braccio di ferro tra la politica e le istituzioni del calcio spagnolo che ora rischia di fermare tutti i campionati. La ripartizione degli introiti in Spagna è, da sempre, un argomento molto delicato e, secondo alcuni, soprattutto sperequato, considerando che gran parte della ‘torta’ sui diritti finisce nella pancia di Real Madrid e Barcellona, le due ‘grandi’ di Spagna, mentre alle altre diciotto squadre della Liga non restano che le briciole. Basti pensare che quest’anno ad esempio, le due squadre regine del campionato spagnolo (non a caso, ancora una volta prima e seconda) hanno incassato poco piu’ di 160 milioni di euro a testa, mentre nelle casse del Valencia, terza squadra per introiti tv, ne sono entrati una cinquantina.
Da qui il braccio di ferro delle cosiddette squadre minori che hanno chiesto a gran voce al governo una nuova legge, piu’ ‘democratica’ sulla ripartizione sulla i diritti televisivi, pena, appunto, lo stop ai campionati. “Se il decreto legge sui diritti tv non arriva entro il 16 maggio, siamo pronti a bloccare la Liga“, ha sintetizzato il presidente dell’Espanyol parlando anche a nome dei colleghi che chiedono una sorta di “modello inglese” anche per il calcio spagnolo, ossia metà equamente diviso tra tutti i club della Liga e l’altra metà suddivisa secondo criteri economico-sportivi.
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