Scatta l’allarme Curva Sud: «Basta saluti»

Il Messaggero (A.Marani) – La paura di imboscate ai calciatori sotto la Curva, i “bomboni” nascosti nei bar attorno all’Olimpico, i cori di contestazione alla dirigenza, infine i manifesti funebri che annunciano la morte del presidente James Pallotta affissi suimuri della città. E oggi l’attesa per un allenamento super blindato a Trigoria. La tensione tra tifoseria e società giallorossa dopo la sconfitta di domenica sera in casa contro la Sampdoria, la quinta in campionato, la cessione di Emerson al Chelsea e le voci su quella possibile di Dzeko, è all’apice.Tanto che la Questura ha disposto misure di sicurezza straordinarie già nel pre-partita aumentando le perquisizioni arrivando a ricordare in presa diretta agli “undici” di Eusebio Di Francesco, subito dopo il fischio finale, di non andare assolutamente a «prendere ordini» dai tifosi che li reclamavano ai piedi della Sud. «Basta saluti».Una scena già vista nel marzo 2015 al termine di Fiorentina-Roma quando su Totti, De Rossi, Pjanic e Morgan De Sanctis piovvero petardi, accendini, bottigliette e minacce. Episodio che allora si portò dietro una lunga scia di veleni e l’ombradi pesanti ricatti e che, se ripetuto domenica, avrebbe potuto innescare la miccia per disordini più gravi in un clima poco sereno. Le premesse c’erano tutte e di contestazioni si parlava da giorni. Prima del match sono stati distribuiti dollari con sopra la foto di Pallotta al posto di quella di George Washington, un gruppo di tifosi si è seduto sulle gradinate indossando la maglia “vendesi per informazioni giocatori a scelta”. Poi i cori di dissenso contro la gestione a stelle e strisce («un presidente perdente che fa la spia al prefetto, ma quando lo vincemo sto scudetto») e la dirigenza Baldissoni. Non è mancato nemmeno uno striscione nella Tevere in onore del “mitraja”, Alberto Ianni, il bodyguard ucciso a pistolettate a Casal Bruciato.

LA CRISI – La rottura era stata suggellata il 12 gennaio con un comunicato a firma “Gruppo Roma” che replicava alle dichiarazioni rilasciate da Pallotta in un convegno a Londra. “Jimpreannunciava l’adozione di telecamere ad alta definizione nel nuovo stadio per aiutare la polizia a identificare chi crea problemi. Pronta la risposta: «La forza della Roma è nei tifosi, sta distruggendo questo attaccamento». Il mal di pancia degli ultras è aumentato dalla “tolleranza zero” mostrata da digos e commissariato Prati (quello della molotov lanciata prima di Natale contro il furgone che porta gli agenti allo stadio, per intenderci) nel pre e post-barriere nei confronti dei tifosi che violano il cosiddetto “regolamento d’uso” dell’impianto, multando anche i “lanciacori” appollaiati sulle balaustre. Sono 87 i daspo emanati nel 2017, erano stati 177 del 2016 e 258 del 2015. «Saremmo andati sotto la Curva a prendere i fischic he ci meritavamo – aveva detto poi ai microfoni capitan Florenzi nel dopo partita con la Sampma una regola lo vieta». Le telecamere lo avevano inquadrato poco prima mentre fermava Radja Nainggolan che si stava incamminando verso la Sud. E sugli spalti quel suo gesto non è stato preso bene. Ieri il questore Guido Marino ha fatto sapere di avere disposto «a seguito delle tensioni acuite dall’andamento in campionato della Roma, il rafforzamento dei servizi di prevenzione e repressione all’Olimpico», come già fissato in una «ordinanza di servizio». L’apprensione è per Roma-Benevento, un passo falso con l’ultima in classifica costerebbe caro. «In questa linea, domenica, è stato chiesto alla società di sensibilizzare i calciatori a non cedere a inviti a recarsi sotto le curve». Stretta su striscioni e fumogeni: tre persone sono state sanzionate, mentre nei bar dello stadio sono stati aumentati i controlli alla ricerca di «artifizi pirotecnici».

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