La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Tanto tuonò che piovve. Il ventre sempre ciarliero di Trigoria, adesso racconta come una delle prime teste a cadere in vista della prossima stagione potrebbe essere quella del preparatore atletico Paolo Rongoni. La notizia pare non sorprendere neppure l’interessato, che nel corso dell’annata ha avuto qualche problema d’intesa con colleghi e staff medico. Per parte nostra, non abbiamo le competenze per giudicare un lavoro così complesso come quello del preparatore. Di sicuro Pallotta la scorsa settimana ha detto: «Abbiamo avuti molti infortuni e su qualcuno di questi potrebbe essere stata colpa nostra».
SOGNO AMERICANO Su Rongoni anche all’interno dello spogliatoio il giudizio è divergente. Alcuni calciatori giudicano i suoi metodi non collegabili ai problemi fisici, altri invece ritengono i carichi troppo pesanti. In ogni caso, indebolitasi la posizione del suo principale sponsor, Rudi Garcia, e visto che il suo «appeal » con la dirigenza è buono ma non eccezionale, adesso il divorzio pare più vicino, anche perché al preparatore vengono attribuiti anche dei comportamenti un po’ ruvidi. È noto, poi, come con lo staff medico (e anche con altri preparatori) il feeling non sia stato enorme. Detto che tra i fisioterapisti potrebbe arrivare l’osteopata Colautti, per sostituire Rongoni il sogno «pallottiano» sarebbe quello di avere Brian Doo, preparatore dei Boston Celtics (già apparso a Trigoria qualche volta), ma difficilmente una stella del suo ramo come Doo lascerà il club più titolato della Nba. Detto che un ruolo nella preparazione e nel recupero lo avrà anche il «bostoniano» Ed Lippie, che quest’anno a volte ha seguito Balzaretti e Strootman, è possibile che venga concesso a Garcia di fare un nuovo tentativo, come nel 2014, di portare il suo preparatore del Lilla, Gregory Dupont, che l’anno scorso declinò l’offerta, limitandosi a una collaborazione esterna. Possibile che la storia si ripeta. A livello scaramantico, almeno ha portato fortuna
