Roma, una difesa da rifare a partire dal portiere. Mancini unico punto fermo

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Rui Patricio in scadenza, Karsdorp peggiore in campo, con Lukaku, contro l’Inter. Huijsen: in prestito secco dalla Juve, tornerà a casa a giugno; Angeliño: in prestito con diritto di riscatto (5 milioni) da pagare eventualmente al Lipsia. Spinazzola, entrato nella ripresa: in scadenza di contratto. Del reparto difensivo che sabato sera ha affrontato l’Inter, nella prima sconfitta dell’era De Rossi, rimarrà sicuramente solo Mancini. A meno che non sia necessario sacrificarlo per ragioni di bilancio, ma è un’ipotesi che al momento è da scartare. Ndicka, che ha giocato la Coppa d’Africa fino all’ultima partita con la Costa d’Avorio, sarà un altro probabile punto fermo ma è arrivato a parametro zero e una sua rivendita sarebbe tutta plusvalenza.

Visto che la Roma ha subito 30 gol in campionato – 18 più dell’Inter, 16 più della Juve, 8 più dell’Atalanta… – ed è la dodicesima difesa del campionato, qualcuno potrebbe pensare: meglio fare piazza pulita. I paletti del Financial Fair Play giallorosso, però, non permettono follie. Bisognerà lavorare – con il nuovo direttore sportivo – con più fantasia che cash. Portieri liberi non ce ne sono: Meret ha contratto in scadenza ma il Napoli può esercitare un’opzione fino al 2025. L’Atalanta ha da tempo panchinato Musso per far giocare il promettente Carnesecchi, che ha sei anni di meno, ma il club dei Percassi è sempre stato un osso duro nella cessione dei suoi calciatori, anche quelli che giocavano poco. Non si può aspettare di sapere se Daniele De Rossi sarà ancora allenatore della Roma nella prossima stagione, oppure se ci sarà un altro cambio in panchina. Il mercato, però, non aspetta e alcune trattative vanno portate avanti in anticipo.

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