Il Romanista – Trasferte libere, la prossima rivoluzione

L’Atalanta ha detto no. Ha detto no ai romanisti non tesserati e quindi alla stragrande maggioranza dei ragazzi che in un Paese normale, mica questo, sarebbero tranquillamente andati domenica a Bergamo. Ma l’Atalanta ha detto no anche all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che consente adesso l’ingresso nel settore ospiti anche ai non tesserati purché il biglietto sia acquistato da un tesserato. Poca roba per il movimento ultras, certo, ma un primo storico passo per chi fino a poco tempo fa conosceva solo la parola divieto. L’Atalanta ha detto no. Mentre la Roma dice sì. È successo domenica: nel Distinti Ospiti dell’Olimpico sono potuti entrare i non tesserati del Parma. Capiterà anche in futuro. Solo con il Napoli e forse con il Catania seri motivi di ordine pubblico potrebbero convincere Trigoria a lasciar stare.

Però la Roma balla da sola. Da sola, o quasi. Perché il Siena, per esempio, aveva permesso ai romanisti non tesserati di entrare al Franchi. Il resto della Serie A è invece lontano, assente, non pervenuto. Molto presto, probabilmente già nei prossimi giorni, l’Osservatorio si farà sentire. Al Viminale non hanno alcuna intenzione di abdicare, di lasciar perdere, di darla vinta ai club. Sarà sollecitata un’adesione massiccia. Il no dell’Atalanta ha comunque sollevato altre polemiche. Dà fastidio l’atteggiamento di qualche club, che se ne frega delle direttive ministeriali pur avendo i mezzi per poterle recepire. Già, perché in qualche caso c’è un problema di sicurezza. Ci sono club legati a società di ticketing non in regola con la Questura on line, un sistema centralizzato e automatizzato che impedisce l’acquisto dei tagliandi a chi presenta motivi ostativi (daspati e diffidati negli ultimi cinque anni). Il discorso non vale per la Roma, come per tutte quelle società che hanno Lis Lottomatica come partner. Semplicemente, perché Lottomatica è ok con la Questura on line. Indovinate un po’? Tra i club partner di Lis c’è anche lei. L’Atalanta. E allora perché non aderire all’iniziativa del Viminale? La Roma, molto elegantemente, ieri ha preferito glissare. «Andare a sindacare in casa d’altri è sempre un esercizio pericoloso e chiaramente non vogliamo farlo. Non conosco le motivazioni che hanno spinto l’Atalanta a questa decisione, ma ovviamente le rispettiamo », ha spiegato a romanews.eu il responsabile della biglietteria, Carlo Feliziani. «Ci atteniamo – ha spiegato – alle loro decisioni. Nello specifico, è un’iniziativa che potrebbe tranquillamente essere gestita. Si vede quel che succede e ci si regola di conseguenza. Credo però che l’Osservatorio tornerà sulla questione, magari puntualizzando un po’ meglio».

L’atteggiamento della Roma è corretto. Non spetta certo a Trigoria bacchettare gli altri club. La nostra società ha fatto quello che doveva fare per i suoi tifosi. Ha ideato il voucher per i non tesserati, riservato un settore alle famiglie, abbassato mediamente i prezzi, inaugurato un fan village esterno al prefiltraggio. Certo, la Roma è perfettamente consapevole del malcontento che serpeggia in Curva. A Trigoria sanno benissimo quali sono le priorità dei ragazzi. Innanzitutto, la modifica dell’articolo 9 della legge Amato. È la norma che impedisce di vendere biglietti (e tessere!) a chi ha subito condanne anche in primo grado per reati connessi a manifestazioni sportive. E poi il ritorno alle trasferte libere, appunto. Ma non sono stanchi solo i ragazzi della Curva. È tutta la gente della Roma, e le persone di buon senso, senza distinzione di età, sesso, estrazione sociale, a chiedere adesso un altro segnale da parte del Viminale. Una svolta storica. Una rivoluzione che ci riporti la normalità. Che ci restituisca la natura. La natura delle cose.
Il Romanista – Daniele Galli

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti