Roma sterile, mai così poche reti da 27 anni

Il Corriere della Sera (G.Piacentini) –  Sono tutti in attacco i dubbi di Mourinho -ieri rimasto in silenzio – per il match di oggi (ore 18.30) a Torino contro la formazione granata di Juric. Con tutta la rosa a disposizione, ad eccezione dell’infortunato Karsdorp, il tecnico portoghese si trova in una insolita, almeno in questa stagione, situazione di abbondanza e quindi con più opzioni praticamente in ogni reparto Se però in difesa le scelte sembrano fatte, con il ritorno di Mancini Ibanez al fianco di Smalling, con Zalewski Spinazzola esterni, dalla metà campo in su le combinazioni sono tante. Tutto ruota intorno all’attaccante più avanzato: centravanti vero, con Abraham Belotti in ballottaggio, o falso nove, con Dybala avanzato?

La gara con la Sampdoria è stata una delle migliori per quanto riguarda la produzione offensiva, ma la sterilità sotto porta della formazione giallorossa resta una nota dolente della stagione. I 38 gol in 28 giornate rappresentano infatti il primato negativo della Roma da quando (2004-05) la serie A è tornata a 20 squadre. Un «record» che apparteneva alla Roma di Rudi Garcia, che nella stagione 2014-15 si era fermata a 39, che però erano valsi il secondo posto dietro alla Juventus, posizione mantenuta fino al termine di quel campionato. In assoluto, la Roma non faceva meno gol nelle prime 28 giornate da 27 anni: nella stagione 1995-96, l’ultima di Mazzone sulla panchina giallorossa, le reti furono 37.

Sono tante le frecce all’arco dello Special One: oltre ad Abraham, Belotti e Dybala anche El Shaarawy, a segno contro la Sampdoria, e Solbakken, non utilizzabile in Europa League, si candidano per una maglia. Se dovesse toccare al «Gallo», per lui sarebbe di sicuro una partita speciale, la prima da ex nello stadio in cui ha vissuto gli anni migliori della sua carriera.

Ancora a secco in campionato, all’andata sbagliò un calcio di rigore facendosi male nel tirarlo, avrebbe l’occasione per sbloccarsi e dare un dispiacere ai suoi ex tifosi e al suo ex tecnico, che ieri ne ha parlato in conferenza stampa.”A volte – le parole di Juric – avevo la sensazione che fosse un top player, ma non aveva costanza: anche a Roma sta cercando la forma migliore, quando sta bene è fantastico. Mi è dispiaciuto per il modo in cui si è lasciato con il Toro: è sempre stato un idolo, poteva lasciarsi meglio”.

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