Gazzetta dello Sport – Stek-Roma che feeling. Ora i conti tornano

Ha una faccia un po’ così e il fisico, come si dice da queste parti, del sallucchione. Tradotto: un po’ bamboccione. Con affetto, si intende. E poi, è tutta apparenza. Perché chi si è intrattenuto con lui, in questi mesi, giura che è sveglio, brillante, dotato perfino di senso dell’umorismo. Il che fa un po’ a cazzotti con la carriera di cuoco che avrebbe voluto intraprendere se, al classico bivio della vita, non avesse optato per il calcio abbandonando le cucine. Conoscete grandi chef che brillano per simpatia?

Congelatore Chissà se in casa si muove tra i fornelli con la stessa disinvoltura con cui in campo si sposta da un palo all’altro. Perché a dispetto del fisico da lungagnone, Maarten Stekelenburg — ex studente dell’istituto alberghiero, gran divoratore di pastasciutta, portiere della Nazionale olandese vicecampione del Mondo e, dall’estate scorsa, della nuova Roma ispanoamericana — tra i pali vola come una farfalla. Agile, reattivo, affidabile e, caratteristica fondamentale per un portiere di una squadra medio-grande, nelle esibizioni più recenti capace pure di incidere sul risultato, salvandolo o congelandolo. Al di là dei voti, che analizzeremo, le ultime partite lo hanno visto protagonista al pari di chi ha segnato: autentico salvatore con la Juventus, risolutore a Napoli e a Bologna, attento con il Chievo, un muro contro la Fiorentina in Coppa Italia e, nei 66′ disputati sotto il diluvio di Catania, ottima spalla del protagonista Kjaer.

La svolta Cresce, Maarten Stekelenburg. È già alto, dove vuole arrivare? E dire che è partito dal punto più basso: alla prima apparizione, in agosto a Bratislava, un tuffo maldestro, con panciata e pallone in rete. Qualcuno avanzò dei dubbi sul suo ingaggio e si chiese se per caso la Roma non fosse vittima, ancora una volta, della maledizione dei portieri. Stekelenburg si rialzò subito, ma le sue prestazioni rimasero piuttosto ordinarie. E in assenza di voli indimenticabili, l’inquietudine dei tifosi è durata fino all’autunno. Fino al giorno della svolta, il 23 ottobre 2011, prima apparizione del vero Stekelenburg. Contro il Palermo, autentico valore aggiunto, bravissimo a congelare il vantaggio di Lamela, finalmente beniamino dei tifosi. Non a caso l’unico 7 in pagella della stagione insieme a quello rimediato con la Juventus.

Portiere modello A proposito di voti, la media Gazzetta di Stekelenburg non è particolarmente elevata: 6,16, lontano per dire dal 6,5 di Frey, il migliore della serie A. Ma nelle 15 prove sostenute in questa prima parte di campionato, Stek ha rimediato solo due insufficienze: 5 con il Genoa e 5,5 con il Milan, l’ultimo votaccio. Era il 29 ottobre! Significa che da due mesi e mezzo Stekelenburg è un portiere modello. Certo, ha incassato tanti gol 17, ma non li ha tutti sul groppone. Forse potrebbe essere un po’ più padrone dell’area piccola, dato che la Roma è la squadra che subisce più gol da corner 25% del totale e colpi di testa 35%. Piuttosto, per sabato si studi le magie di Mutu, quando gli riescono sono imparabili. E ne approfitti per chiedere ad Antonioli cosa si prova a vincere uno scudetto a Roma. Oppure, chieda all’amico Van der Sar come se ne può perdere uno a Torino.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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