Roma: rigori, errori e regali

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Il Messaggero (U.Trani) – Rocchi è sempre lui: la sua prestazione scadente incide sul 2 a 2 del Dall’Ara. L’arbitro fiorentino ritrova la Roma dopo 13 mesi e mezzo e, per farsi perdonare, ecco che fischia 2 rigori a favore come fece con la Juve nello scontro diretto dell’anno scorso. Ma la sua generosità non deve ingannare. Perché stavolta sbaglia addirittura prima del fischio d’inizio, scegliendo di far disputare la partita. Garcia, senza più usare il violino che gli costò l’espulsione allo Stadium il 5 ottobre 2014, gli contesta di aver considerato praticabile il terreno di gioco che invece ha penalizzato i giocatori (di entrambe le squadre). Per la cronaca anche il Bologna, pur accontentato con il rigore del pari, si lamenta: per il gol annullato a Mounier sullo 0 a 0, per il secondo rigore concesso ai giallorossi con Rossettini che avrebbe colpito il pallone prima di stendere Iturbe e per la mancata espulsione di Torosidis (secondo giallo). Di gaffe, però, ce ne sono state anche altre. Che hanno spinto i rossoblu di Donadoni: il fallo di mano di Diawara in area sull’1 a 0 e il rosso non assegnato a Mirante.

OFFERTA MEZZA PARTITA – E’ l’atteggiamento, inizialmente, a fare la differenza. La Roma entra timida e lunga in partita, il Bologna invece è subito aggressivo. Il terreno di gioco, in qualche zona zuppo e quindi al limite della praticabilità, non agevola i ricamatori di Garcia. Ma è la strategia di Donadoni a indirizzare il match, con il pressing chiesto al suo tridente. Giaccherini, Destro e Mounier disturbano Keita e anche i centrali Manolas e Ruediger. Si alzano in coppia, non è mai uno da solo a buttarsi dove sta il pallone. Spesso si ritrovano anche sui lati, contro Maicon e Digne. I giallorossi sorpresi buttano solo la palla avanti per Dzeko che è aiutato parzialmente da Pjanic, salito a metà tempo alle sue spalle, e da Florenzi. Ma non basta lasciare il 4-3-3 per il 4-2-3-1. Assetto lungo e quindi vulnerabile. Arrivare all’intervallo solo con 1 gol di svantaggio è già risultato accettabile: Szczesny usa i piedi e diventa il quinto difensore, Digne è straordinario nel recupero da dietro su Mounier. Sul gol di Masina si addormenta Maicon, ma né ManolasRuediger, in precedenza, riescono a rinviare.

PRESSIONE DECISIVA – La ripresa conferma che la Roma nel primo tempo non si è presentata. Senza Gervinho e Salah arrivano comunque 2 gol (con Donadoni il Bologna non ne aveva ancora presi): su rigore fa lo stesso. Destro sbaglia subito in contropiede, ma da quel momento parte l’assalto giallorosso. Tra le trasformazioni dei bosniaci, almeno 3 chance: con Dzeko, Pjanic (adesso miglior cannoniere con 8 reti: 2 in Champions) e Florenzi. Reparti finalmente stretti e ritmo e baricentro più alti. Non convincono, nella fase cruciale, i cambi di Garcia: Vainqueur prende il posto di Keita ma non entra in partita, Torosidis fa peggio di Maicon, regalando il pari al Bologna e rischiando l’espulsione, e Iturbe, nonostante Dzeko abbia avvertito con largo anticipo l’allenatore che l’argentino non stava più in piedi per la lombalgia, lascia il campo solo dopo il rigore di Destro. Entra Sadiq, 27 ̊ giocatore utilizzato in stagione, e non più Gyomber: il centravanti diciottenne della Primavera fa il suo debutto in A e si ritrova nel pantano del Dall’Ara. Tardi, però, per cambiare la storia del match.

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