Roma, ricordati di essere Real

MELBOURNE, AUSTRALIA - JULY 18: Francesco Totti of AS Roma laughs with AS Roma coach Rudi Garcia after he was substituted during the International Champions Cup friendly match between Real Madrid and AS Roma at the Melbourne Cricket Ground on July 18, 2015 in Melbourne, Australia. (Photo by Robert Cianflone/Getty Images)

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – «Una delle notti più belle della nostra carriera». C’era tutto il sorriso e l’orgoglio dei tre romani e romanisti, Totti, Aquilani e De Rossi, quella sera di marzo di 8 anni fa al Santiago Bernabeu, quando la Roma buttò fuori il Real Madrid agli ottavi di Champions League. La squadra di Spalletti, dopo la vittoria dell’andata per 2-1, nel passaggio del turno ci credeva eccome, i giocatori portarono le famiglie allo stadio e poi scesero in campo per 90’ perfetti. Vinsero, ancora, 2-1, con i gol di Taddei e Vucinic, fu una delle serate più entusiasmanti della Roma in Champions e di tutta l’era Spalletti: tra tre mesi Garcia, davanti al suo maestro Rafa Benitez, proverà ancora una volta a fare il miracolo. Lui, ieri, lo ha definito «exploit», Luciano Spalletti, dopo i sorteggi nel 2007, usò altre parole: «Proveremo — disse — a regalarci un sogno».

DA TOTTI IN POI – Il sogno, d’altronde, ricorre spesso quando si raccontano le storie della Roma e del Real Madrid: la «camiseta blanca» poteva essere indossata da Francesco Totti, che ne ricevette almeno un paio a casa col 10 e col suo nome, insieme a un assegno in bianco che doveva solo essere compilato. Totti declinò l’offerta, la storia è nota, noti sono anche i suoi gol al Real, 3: la prima volta nel 2001, rigore ininfluente ai fini del risultato e del mondo, visto che era l’11 settembre 2001. Era il primo sigillo di Totti in Champions, al Real segnò anche al ritorno, e fu una rete decisiva perché la partita terminò 1-1, e poi anche l’anno dopo quando il suo gol consentì alla Roma di vincere. Si prese la standing ovation del Bernabeu, sono passati 13 anni, dei 22 che iniziarono soltanto lui, Samuel, Cambiasso e Casillas ancora fanno i calciatori.

VERSO LA DECIMA – Le due sfide di febbraio e marzo saranno la nona e la decima tra le due formazioni in Champions League: tre volte si sono affrontate durante i gironi, una agli ottavi, di gol ce ne sono sempre stati tanti (24, di cui solo 9 della Roma), di storie da raccontare anche. Qualcuna pure legata alle amichevoli delle ultime due estati: due vittorie giallorosse, a Dallas nel 2014 un 1-0 firmato da Totti e a Melbourne cinque mesi fa con De Sanctis protagonista ai rigori. In Champions invece, dopo il primo incrocio del 2001-2002, e quello della stagione successiva, le due squadre si incontrarono in quella che è stata la peggior annata recente della storia giallorossa.

DA SELLA A DELNERI – Era il 2004-2005, la Roma si presentò a Madrid guidata da Ezio Sella, andò avanti 2-0 con le reti di De Rossi e Cassano, giocò mezzora di calcio spettacolare, poi crollò inesorabilmente sotto i colpi dei maestri spagnoli, che ribaltarono la situazione con Raul, doppietta, Figo e Roberto Carlos. Le cose non andarono meglio al ritorno: era l’8 dicembre, sotto l’albero la Roma trovò soltanto i 3 gol del Real realizzati da Figo (2) e Ronaldo, il brasiliano. La partita fu surreale, giocata a porte chiuse perché la Roma doveva scontare la squalifica dell’Olimpico dopo che, alla prima giornata contro la Dinamo Kiev, una monetina aveva colpito e ferito l’arbitro svedese Frisk.

IL SOGNO – Da quel momento Roma e Real non si sono più incontrate in partite ufficiali fino al «magico ottavo» (cit. Alberto Aquilani) del 2008. Quella era la Roma degli schiaffi in testa, delle coppe vinte e degli scudetti sfiorati, delle cene fuori quasi ogni settimana. L’empatia con il pubblico era totale, a questa il compito di riprovarci. In fondo, in tre mesi, «tutto può succedere». Lo disse Francesco Totti, nel 2007. E la storia gli ha dato ragione.

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