Carlo Verdone, tifoso illustre della Roma, seguirà la partita da lontano: domani sarà a Lecce dove, con i fratelli Luca e Silvia, nel corso del Festival del Cinema parteciperà alla cerimonia di assegnazione del ”Premio Mario Verdone”, intitolato alla memoria di suo padre.
Cosa si aspetta da Roma-Napoli? «Un incontro all’insegna della riconciliazione, della sana competizione e della massima civiltà. Sia la tifoseria romanista sia quella napoletana devono riappropiarsi del calcio e lasciare fuori dalla porta ogni forma di violenza. La tragica morte di Ciro Esposito deve spingerci a riflettere».
Su cosa? «Innanzitutto sul fatto che non può esistere odio nello sport e meno che mai tra Roma e Napoli, due città che si sono sempre volute bene. E poi dobbiamo ribadire con forza il nostro rifiuto del calcio aggressivo, violento».
Come reagisce di fronte alla barbarie che purtroppo continua a sporcare questo sport?«Quando circa un mese fa gli ultras olandesi del Feyenoord hanno distrutto la Barcaccia in piazza di Spagna, sono rimasto sconvolto. Comportamenti del genere non sono accettabili. Se non si fermeranno una volta per tutte, finiranno con l’uccidere il calcio».
Cosa direbbe ai tifosi che domani andranno all’Olimpico? «Divertitevi, sostenete la vostra squadra del cuore ma sempre nei limiti della civiltà e della correttezza. La Curva Sud è una realtà calda, emotiva, anche caciarona perché adora la Magica ma la stragrande maggioranza dei tifosi non ha niente a che fare con la barbarie. E’ inconcepibile che si muoia o ci si faccia male in nome del calcio».
Con che spirito seguirà la partita? «Griderò forza Roma, come sempre. Spero che la squadra mantenga il secondo posto in classifica, per noi sarebbe vitale. Comunque, dico sportivamente: vinca il migliore. E mi auguro che allo stadio vadano in scena la riconciliazione e la civiltà. L’odio genera soltanto disastri. Pensiamo a dare il buon esempio ai giovani. Sta a noi salvare questo sport che amiamo tanto».
Il Messaggero – G. Satta