Roma-Milan, fuori il secondo

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La Gazzetta dello Sport (G.B.Olivero) – Sarà tutta una questione di spazi. Chi li cerca, chi li chiude, chi li apre. All’Olimpico ci sono due squadre a caccia di riscatto, ma soprattutto due allenatori a caccia di una vittoria che cancelli o almeno allontani il rischio di un esonero. E quindi Rudi Garcia e Sinisa Mihajlovic se la giocheranno a modo loro, com’è giusto che sia soprattutto quando una partita può indirizzare una stagione e decidere un destino. Tra il 4-3-3 giallorosso e il 4-4-2 rossonero passano due interpretazioni sensibilmente diverse dello stesso gioco. La profondità, i tagli, le verticalizzazioni di Garcia contro il rispetto delle posizioni, le due linee vicine, le ripartenze di Mihajlovic: questi, almeno, sono i concetti-base. Adesso però Roma e Milan vivono un momento difficile: i giallorossi prendono tantissimi gol, i rossoneri ne fanno pochissimi, Garcia non trova un equilibrio tra le due fasi, Mihajlovic alla fine ne ha trovato uno abbastanza valido nella propria metà campo (al netto degli errori individuali) ma penalizzante quando bisogna fare gioco. Da una parte il movimento genera confusione, dall’altra parte l’ordine esclude il movimento. Ecco perché le due squadre hanno una crisi d’identità, che si riflette nei risultati. La base di partenza, comunque, è talmente ben definita da far correre il rischio di uno stallo. Mihajlovic si aspetta una Roma che provi a sfondare sulle fasce e che affidi a Pjanic i tempi di gioco. Garcia sa che il Milan si chiuderà molto e proverà ripartenze veloci con Bonaventura pronto a sdoppiarsi, un po’ centrocampista di contenimento e un po’ ala. La maggior parte dei gol rossoneri arrivano negli undici metri e anche per questo motivo Mihajlovic è fortemente tentato dal riproporre la coppia Bacca-Luiz Adriano. La Roma centralmente è perforabile: contro la coppia sudamericana mezza indecisione può essere fatale. Dall’altra parte è meno immediata l’individuazione della catena di gioco più pericolosa: un po’ perché ci sono dubbi sulla composizione del tridente, un po’ perché senza un vero centravanti la Roma cercherebbe combinazioni veloci sulla trequarti e magari la conclusione dal limite (specialità in cui è nettamente più forte degli avversari e in cui si possono esibire diversi interpreti).

LA SFIDA – C’è un duello che potrebbe indirizzare la gara: quello tra Florenzi e Bonaventura. Il giallorosso dovrebbe interpretare a modo suo il ruolo di terzino: quindi grande spinta e volate continue anche a costo di lasciare invitanti spazi alle sue spalle (è già successo). Jack dovrà occuparsi degli sganciamenti di Florenzi, pronto però a punirlo in contropiede. Nella Roma non funziona benissimo il meccanismo di copertura sulla destra, anche perché Pjanic ama guardare la porta avversaria e non rincorrere gli avversari. Diventerà fondamentale, quindi, da una parte la capacità della Roma di sfruttare il triangolo Florenzi-Pjanic-Salah (o chi sarà la punta di destra) senza perdere equilibrio (e quindi De Rossi e Nainggolan dovranno necessariamente leggere in anticipo le ripartenze rossonere), e dall’altra parte il compito di Bertolacci: aiutare in fase di interdizione e rilanciare subito l’azione cercando Bonaventura nelle praterie lasciate libere dalla Roma.

ARMI DI SCORTA – Il piano tattico di Mihajlovic è spezzare in due la Roma e provare a vincere nei conseguenti duelli individuali (HondaDigne, BaccaManolas, Luiz AdrianoRudiger). Garcia, invece, ha studiato una gara di accerchiamento senza perdere equilibrio: ecco perché chiederà sacrifici e movimenti particolari a Gervinho, Salah e Iago. In panchina (se finiranno davvero lì) ci sono due elementi in grado di far saltare il banco. Niang potrebbe scatenare la sua progressione, mentre Totti è esattamente il giocatore indigesto al Milan: lascerebbe senza punto di riferimento i centrali e diventerebbe la catapulta per gli esterni. Visto che sarà una questione di spazi, anche Totti chiede il suo. Chissà se Garcia, nella serata più difficile, glielo concederà.

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