Gazzetta dello Sport – La partita di Lucho: dal rischio crisi alla consacrazione

«Una profonda ingiustizia». Quel 3-0 dello scorso 4 dicembre proprio non gli è andato giù. E dopo la vittoria di domenica contro il Chievo, Luis Enrique non ha fatto neanche nulla per nasconderlo. «È una partita che voglio vincere in ogni modo», si è fatto sfuggire nell’impeto il tecnico della Roma. Per poi chiarire subito: «Bueno, voglio vincere nel modo migliore, è chiaro». Del resto, che quella sconfitta bruci ancora come sale sulle ferite è cosa certa. Basti pensare che proprio Firenze è stato il punto più basso della gestione del tecnico asturiano, che mai come dopo quella sconfitta si è sentito (e forse è anche stato) in discussione.

Metamorfosi
Da quel 3-0 alla sfida di domani sera in Coppa Italia è cambiato però un mondo intero. Quello giallorosso, che dalle mille polemiche e dall’ambiente infiammato è passato agli applausi e all’entusiasmo dei dieci punti raccolti tra Juventus, Napoli, Bologna e Chievo. E la foto più emblematica della metamorfosi è proprio quella di Luis Enrique, passato di colpo dal tecnico «sbandato» alla ricerca del filo della matassa all’allenatore capace di «insegnare» un nuovo calcio. Ma da Firenze a Roma è cambiato anche molto altro. A cominciare, ad esempio, dalla considerazione di Juan, che al «Franchi» provocò in apertura il rigore dell’1-0 con quel fallo su Jovetic e che oggi, invece, è tornato ad essere considerata una pedina insostituibile. «Il mio problema era solo una questione di allenamento, di forma», ha detto il difensore brasiliano. Sta di fatto che oggi anche quelli che avevano invocato a voce grossa la sua immediata cessione, hanno dovuto fare dei passi indietro. E qualcuno anche molti.

In attacco
Firenze resta forse il punto più basso anche dell’avventura giallorossa di Bojan, espulso per il fallo di mano da cui è scaturito il rigore del 3-0 viola. La reazione dello spagnolo, istintiva e rabbiosa, è stata quella di gettare a terra la maglia, gesto che parte della tifoseria ha condannato fermamente. Bojan se ne è subito scusato, ma probabilmente domani ci terrà ancora di più a fare bella figura anche per questo, per esorcizzare definitivamente quella pagina amara. «Grande capitano», ha scritto su Twitter lo spagnolo subito dopo la vittoria con il Chievo. Già, perché a Firenze mancava anche Totti. Da quando è rientrato lui (con la Juve), la squadra «va che è una meraviglia», come ha chiosato Daniele De Rossi. Ed allora, la Fiorentina è avvertita. In ballo c’è una Coppa Italia, ma anche quella «profonda ingiustizia».
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

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