Roma, la forza inattiva

«Dobbiamo crescere ancora tanto». Eusebio Di Francesco lo ha ripetuto dopo il successo al Castellani. Vuole essere realista e non entusiasmarsi per gli ultimi risultati. La Roma ha bisogno di ottenere la continuità pure nelle prestazioni. Più volte, l’ultima proprio contro l’Empoli, i giallorossi hanno giocato mezza partita. E’ successo quasi sempre all’alba della stagione. In Toscana il nuovo black out. Come riporta Il Messaggero, la flessione di sabato è comprensibile dopo la full immersion in 21 giorni: dal 16 settembre al 6 ottobre, 7 partite in 3 settimane. Di Francesco ha dato la giusta importanza all’aspetto psicologico dopo il ko di Bologna, senza però mai mettere in secondo piano quello tattico. La scelta del 4-2-3-1 è stata la mossa più invasiva. Il turnover ha avuto il suo peso, come un anno fa. Nelle 9 partite in cui ha voluto far girare i giocatori, in 3 ne ha cambiati 5, l’ultima volta sabato sera al Castellani, e in 2 comunque 4. Insomma, in due-terzi di questa fase iniziale della stagione, ha preferito alternare la metà dei calciatori di movimento. Pur tenendosi stretto il sistema di gioco, ha fatto l’en plein: 10 formazioni diverse in 10 match, utilizzando 23 giocatori. Di Francesco quest’anno ha puntato sulle palle inattive. Già 7 i gol arrivati da calcio piazzato: 6 in campionato (4 di fila) con Manolas, Fazio (2), Lorenzo Pellegrini, Kolarov e Nzonzi, e 1 in Champions con Dzeko.

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