La Gazzetta dello Sport (G. B. Olivero) – Nessun miracolo, stavolta. Capita che il pallone si diverta a raccontare storie imprevedibili, ma non era questo il caso. D’altronde la Roma non se lo meritava. I giallorossi battono lo Sheriff, ma chiudono il girone al secondo posto dietro allo Slavia Praga, che tanto per ribadire il concetto ha fatto la goleada che sarebbe servita alla Roma in caso di pareggio dei cechi contro il Servette. 

Quella dell’Olimpico è stata un’amichevole e stavolta Mourinho non se la prenderà per la definizione che non vuole sminuire l’impegno, ma inquadrarne bene il peso specifico all’interno della stagione. Normale considerarla così, per tanti motivi. Il ribaltone al vertice del girone aveva un bassissimo coefficiente di probabilità e comunque lo Sheriff, molto debole, non ha un fascino tale da dare alla partita un senso a prescindere dalle esigenze di classifica.

Lukaku ha sbloccato la gara all’11’ sfruttando un cross dell’ispirato Zalewski su imbucata di Aouar. Ma nel giro di pochi minuti lo Slavia ha segnato due volte contro il Servette seppellendo le speranze giallorosse. Belotti ha raddoppiato punendo di testa un maldestro intervento del portiere avversario su incursione di Zalewski ispirato da Renato Sanches.

Nella ripresa Mourinho, oltre a inserire i ragazzi, si è divertito ad allargare il bagaglio di conoscenze di Bove: dopo aver fatto il play nel primo tempo, Edoardo si è piazzato da braccetto sinistro in seguito all’uscita di Llorente. La Roma ha giocato per un po’ con El Shaarawy trequartista dietro a Belotti Lukaku e poi è tornata al 3-5-2 nel finale che ha consentito a Pisilli di vivere la notte più bella della sua vita: combinazione con Lukaku e destro nell’angolino anche grazie a una deviazione, un attimo prima del fischio finale.