Pagine Romaniste (R. Gentili) – Lecito crederci. Lo dice il cuore. Lo dice la matematica. La Roma può ancora sperare di far partire le note della Champions. I giallorossi salutano l’Olimpico superando 1-0 il Genoa. Sta tutto nello sfruttare gli assist. Quello che arriva da San Siro, in festa scudetto, con il pareggio (1-1) tra Inter e Lazio. Quello dell’ex El Shaarawy, che serve alla Roma per salire a 63 punti – più tre dalla squadra di Tudor – e continuare a sperare nella qualificazione Champions.

La Roma, all’ultima della stagione all’Olimpico, dove è stato superato il precedente record col Feyenoord, sale in classifica superando il Genoa col minimo necessario. Salgono soprattutto Lukaku e Svilar. Il gol vittoria non può che essere a firma di Romelu. Sponde, tiri leggeri, poi il grande urlo. Tenuto in vita dal solito Mile, i cui ormai prodigiosi interventi non fanno più notizia.

La Roma nel primo tempo si trova spesso in attacco. Va, con tutti i centrocampisti, anche al tiro, ma in maniera praticamente inutile viste le innumerevoli occasioni finite ben sopra la traversa. Lo specchio della porta viene trovato solo in avvio di ripresa. Cristante, uno dei migliori, scalda le mani di Martinez, impegnato poi dalla bella conclusione destinata sotto l’incrocio dell’ottimo e convincente Angeliño, prima della rete decisiva. Gol che, paradossalmente, arriva nel momento in cui era lecito aspettarsi più oculatezza vista l’espulsione di Paredes. Adesso si andrà ad Empoli per tagliare il traguardo. Il destino è sì in mano ai ragazzi di De Rossi, ma l’ultima non spetta che all’Atalanta.

LE PAGELLE

Svilar 7,5 – Se non fosse per quella deviazione di Ndicka nel primo quarto d’ora, grandi problemi nel corso della partita a cui badare non gli capitano. Verso la fine, però, deve volare per ipotecare la vittoria.

Celik 6,5 – La penuria della fascia destra è terreno fertile da coltivare, ora ed in ottica futura. Lo cura con attenzione alle due fasi, in particolar modo quella difensiva. Non appena possibile, va in avanti con una bella discesa, affidata poi all’impreciso tiro, uno dei tanti, di Cristante.

Llorente 6 – La sabbia della clessidra giallorossa scorre verso la fine, ma la possibilità di girarla e farla ripartire esiste. De Rossi, dunque, lo inserisce – un po’ a sorpresa – dall’inizio. Rischia di farlo subito pentire sbagliando il primo pallone toccato e consegnato al pressante attacco rossoblù. Recupera con una scivolata perfetta, per poi far scorrere un altro brivido: tocca col braccio, Manganiello non vede. Che fortuna.

Ndicka 6,5 – Si toglie le frecce con cui è stato colpito dalla Dea, rischia però di infilzare Svilar sporcando maldestramente un cross rasoterra di Ekuban: la carambola è benevola, come il fuorigioco. Segue ovunque l’attaccante genoano, impedendogli qualsiasi iniziativa. E le altre le respinge. Tutte.

Angeliño 6,5 – Padrone incontrastato della sinistra giallorossa, non disdegna accentrarsi per partecipare sia alla poco convinta costruzione che all’imprecisa sequenza di tiri fuori dallo specchio. Attenzione dietro. Quando arrivano cross in area genoana partono sempre dal suo preciso mancino. Ed anche il bel tiro sotto l’incrocio nel duello iberico con Martinez che precede il vantaggio.

Bove 6 – Nella lista degli aiutati c’è anche lui. Intercetta più che può ciò che passa nel suo perimetro.

Cristante 6,5 – Blocca praticamente tutte le linee di passaggio rossoblù, fa pulizia in situazioni di incertezza ma quando c’è da offendere fa fatica: vede passaggi, per Lukaku, e possibilità di tiro, non realizza niente per mancanza di precisione. Che appare ad inizio primo tempo, quando è il primo a trovare lo specchio della porta e colui che più tenta a tracciare la linea verso la porta.

Paredes 4 – Leggero il lavoro di regia, si diletta anche lui nella collezione di tiri. Imprecisi, lo stesso dicasi per i cross. Se già non stesse aiutando più di tanto, complica il tutto col rosso rimediato ad un quarto d’ora dalla fine. Ma in dieci si gioca meglio, diceva il Barone. E la conferma arriva poco dopo col vantaggio firmato Lukaku.

Pellegrini 5 – A supporto di Romelu e al fianco di Baldanzi. Inizia attaccando spazi, cerca e talvolta trova i due di cui sopra, poi la connessione si perde. Un po’ come tutto quello che ne segue. (Dal 62’ Dybala 6 – Premiato come miglior giocatore d’aprile ed imbrigliato su quel che sarà dopo giugno, lavora un po’ ovunque per contribuire a confezionare la vittoria. Esce, tormentato dalla solita precarietà fisica).

Baldanzi 6 – La condizione non ottimale di Dybala, mette sul piatto un’altra chance dal primo minuto per guadagnare terreno nella Roma working in progress. Stecca le prime note, come Al Bano con l’inno di Mameli, per poi mettere qualche frizzante ma non precisa iniziativa offensiva. Se ne apprezza senz’altro la voglia, sperando che venga aggiunta concretezza. (Dal 62’ El Shaarawy 6,5 – Contro la squadra con cui tutto è iniziato, viene inserito per contribuire alla ricerca del vantaggio. Ha pronta la ricetta con l’ottimo cross per Romelu).

Lukaku 7,5 – Se addio deve essere, che sia in grande stile. Saluta a testa alta. Nel significato più letterale possibile. Nell’ultima uscita sul prato del teatro giallorosso, è designato ad un ruolo da protagonista solitario dell’attacco. Mette in scena una recita con poche battute. Come i palloni che gli arrivano. Fiacco un colpo di testa, quando ha la prima occasione di serata per mostrare il killer instinct risponde assente Alla seconda, però, non sbaglia: incornata su cross perfetto di ElSha. Il modo che più si confa per un attaccante. Squalificato ad Empoli,

De Rossi 7,5 – Chiude per la prima volta il sipario della stagione all’Olimpico da allenatore. Il primo atto è costellato dall’incredibile imprecisione delle conclusioni e dalla lentezza della manovra. Si aumentano di poco i ritmi nel secondo tempo, poi con i cambi la risolve.