Roma ferita. Ma ha un piano

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – All’andata contro il Napoli la Roma rimediò all’Olimpico una sconfitta con tanti rimpianti. Di Francesco preparò la partita cercando di mettere in difficoltà la squadra di Sarri con il 4-2-3-1, spostando per la prima volta Nainggolan più avanti dopo averlo reimpostato nel 4-3-3. Il tecnico in questi giorni deciderà il modulo da adottare, ma è intenzionato a rivedere qualcosa. Perché la sconfitta contro il Milan è quella che lo ha fatto preoccupare di più.

1) IL MODULO La scelta del modulo arriverà dopo un confronto con i giocatori. Di Francesco vuole capire come la squadra ritenga di esprimersi meglio. Senza alibi. E’ disposto ad accettare anche qualche compromesso. Può restare al 4-3-3, o passare al 4-1-4-1, con un assetto più prudente. In ultima analisi può tornare anche al 4-2-3-1, anche se all’andata al termine della partite ammise che non aveva funzionato.

2) DE ROSSI Con il 4-1-4-1 De Rossi resterà molto basso. Il capitano dà equilibrio alla squadra, anche se il suo appoorto dinamico è limitato. Con lui in campo la Roma ha perso pochissimo e anche contro il Milan non c’era. De Rossi dovrebbe agire quasi sulla linea dei due centrali difensivi.

3) GLI ESTERNI Gli esterni difensivi dovranno sacrificarsi di più. Su questo aspetto Di Francesco si è soffermato dopo le ultime due sconfitte. Ünder e Perotti (o El Shaarawy) dovranno aiutare i terzini perché il Napoli è pericoloso sulle fasce.

4) IL NINJA Per avere più dinamismo a centrocampo Di Francesco spera di recuperare Pellegrini, che sarà in dubbio fi no alla viglia della partita del San Paolo. Ma non farà a meno di Nainggolan, l’unico che può garantire il cambio di passo.

5) IL BOMBER Dzeko attraversa un periodo di involuzione che ormai dura da mesi. Ma Di Francesco non rinuncerà a lui. In primo luogo gli altri attaccanti non segnano, salvo l’exploit di Ünder nelle ultime settimane. E poi il centravanti bosniaco garantisce un apporto nella costruzione della manovra, retrocede spesso per gestire il pallone e non lo aspetta in area.

6) IL PRESSING Di Francesco potrebbe rivedere la tattica che ha caratterizzato la prima fase della sua esperienza romana. La Roma che va ad aggredire alta non dà la possibilità di giocare in verticale agli avversari. Ma questo piano negli ultimi tempi non funziona. La pressione alta porta via energie e quindi forse si potrebbe adottare un’altra strategia, giocando più basso. Tra l’altro è il Napoli che costringe gli avversari ad aretrare e la Roma non ha giocatori capaci di uscire palla al piede: anche contro il Benevento ha faticato da questo punto di vista.

7) LA DIFESA Difesa più bassa per evitare i rischi. Raramente la Roma ha preso gol con una ripartenza, in contropiede. Quasi sempre con la difesa piazzata. E’ una questione di concentrazione.

8) LE MINACCE Con una difesa più coperta l’obiettivo sarà fare arrivare il meno possibile il pallone a Insigne, Mertens e Callejon. Il Napoli ha una infinità di soluzioni offensive e con una linea difensiva molto alta se non c’è la pressione sul portatore di palla si corrono molti pericoli. C’è bisogno di un grande lavoro in tutto il campo. L’attacco di Nainggolan al portatore di palla, Jorginho con il Napoli all’andata o Pjanic contro la Juve, non sempre ha funzionato.

9) L’ATTEGGIAMENTO Scegliere una via di mezzo nella strategia da adottare, lasciando il possesso palla al Napoli, non significa sconfessare le proprie idee. Aspettare più bassi può aiutare i giocatori, in un periodo in cui è tutto più difficile e subentra la paura di sbagliare.

10) LA CONCENTRAZIONE Il Napoli ha tante soluzioni, anche da lontano. Persino Mario Rui va al tiro. Allan si inserisce. In questo momento delicato ci vuole la massima attenzione nella fase difensiva e il baricentro basso. La Roma fa fatica a tenere la concentrazione alta, riuscirà a conservarla per 90 minuti contro la capolista?

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