Roma eterna convalescente

Come la guardi la Roma rimane divisa in due. I risultati da una parte, le prestazioni dall’altra: la spaccatura è nella differenza che esiste tra il raccolto e il gioco. Abbondante da dopo Natale il primo, spesso sciatto il secondo. I giallorossi, dal 26 dicembre, hanno conquistato gli stessi punti della Juventus: 20 punti, con la serie utile di 8 match (6 vittorie e 2 pari). Nelle due ultime gare contro Bologna e Frosinone il singolo ha inciso più del collettivo. Come riporta Il Messaggero, la Roma è lì, vicina al Milan che è in vantaggio di 1 punto, ma non dà alcuna certezza nella corsa al 4° posto. E ripropone con una certa frequenza i soliti vizi e i vecchi difetti. Sbaglia l’approccio, incassa sempre gol per distrazione o per sufficienza, è lenta e sciatta nel palleggio, perde l’equilibrio e la compattezza a prescindere da chi ha di fronte. Anche Di Francesco non conosce i motivi questi «incomprensibili». Nessun alibi per il possibile addio di Monchi, suo principale punto di riferimento: l’allenatore, nella periodo cruciale della stagione è chiamato a dare un senso alla Roma. Manca la formazione base: 34 diverse in 34 partite. Gli infortuni hanno penalizzato il coro, che però stona a priori: lo spartito e gli interpreti non sono mai gli stessi. Il sistema di gioco non è il problema, ma il ballottaggio tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3 disorienta chi va in campo.

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