Roma e mercato. E’ già mal di pancia. Medicina Monchi?

La Gazzetta Dello Sport (C.Zucchelli) – Strootman che doveva rinnovare un anno fa e invece ha rinnovato solo poche settimane fa, la squadra da «non rivoluzionare più», Garcia «nostro Ferguson», Spalletti l’uomo con cui intraprendere un progetto, i giovani da tenere, Totti libero «di scegliere quando smettere». Nel primo week end di luglio il grande accusato in casa romanista è il presidente, James Pallotta. Un po’ perché lontano, un po’ perché sempre vulcanico nelle sue esternazioni, tanto da lasciare sorpresi anche i suoi più stretti collaboratori, il presidente giallorosso è l’uomo che i tifosi mettono sul banco degli imputati per le cessioni di Salah, Paredes e, soprattutto, quella assai probabile di Rüdiger.

DOLLAR JIM – I soprannomi, ieri, si sprecavano: Dollar Jim, Money Jim, o Pallotta McDuck (una rivisitazione di zio Paperone), tutti buoni a far vedere quello che la stragrande maggioranza dei tifosi pensa, attualmente, del numero 1 giallorosso. Lo stadio, che tutti i romanisti vogliono ed è quello che sembra l’unico punto di collante con la proprietà, non basta più. Perché la gente si era abituata a una cessione (Salah), non aveva fatto drammi per la seconda (Paredes) soprattutto per le cifre, ma l’addio di Rüdiger, che oltre a essere una delle colonne della squadra è pure un beniamino dei tifosi, se lo aspettavano in pochi. «Ma che hanno annullato il gol di Perotti col Genoa?», si chiedeva qualcuno, come a dire: abbiamo i soldi della Champions, non bastano?

POCA FIDUCIA – I romanisti, ormai, si fidano poco della proprietà: c’è chi ritira fuori le parole del presidente del 6 luglio 2016, in cui parlava di gente interessante come «Ponce, Sadiq e Gerson, mi piacciono e possono fare bene»: due partiti e uno che non gioca da dicembre. E poi, ancora: 8 aprile 2016: «Pjanic non andrà via» , «basta rivoluzionare le squadre e cambiare troppo», «dobbiamo puntare di più sui nostri giovani». È tornato Pellegrini, e va detto che Pallotta fin da subito è stato favorevole a spendere i 10 milioni della «recompra», ma un centrale (che segna) come Marchizza viene mandato a giocare – Sassuolo a un passo – e non resta a Trigoria, come da auspici presidenziali a mezzo stampa.

PODIO E BALLETTI – Se in passato i romanisti, soprattutto sul mercato, si sono divisi, stavolta, di fronte all’addio (non ancora ufficiale) di Rüdiger si sono uniti. Qualcuno ha provato ad essere ottimista («aspettiamo agosto»), qualcun altro ha comunque voluto sottolineare come, con Pallotta presidente, a parte l’anno da dimenticare 2012-2013, la Roma sia da quattro stagioni sul podio del campionato, ma la critica è stata unanime. C’è chi la presa col sorriso, facendo qualche fotomontaggio in cui Monchi e Pallotta contano i soldi oppure ballano per festeggiare le plusvalenze, ma davvero in tanti sono rimasti spiazzati. E ieri, con la Roma che ha messo in vendita le maglie bianche per molti è stata l’occasione giusta per sfogare la delusione.

SUPERMERCATO – Al netto di commenti irriferibili, sono state tante le foto con Trigoria diventata un supermercato: «Nainggolan quanto sta al chilo?», il commento di alcuni su Facebook sotto la foto della nuova divisa bianca. Oggi arriva Gonalons, Karsdorp e Moreno sono già della Roma, ma ai romanisti ieri importava poco. L’unica speranza, per molti, è Monchi: bravo e rapido a vendere, magari «anche bravo e rapido a comprare. Per lui parla il curriculum», scrivevano in tanti. Del nuovo direttore sportivo la gente si fida, basti vedere i messaggi sotto la foto di lui a piazza di Spagna con la figlia. Qualcuno gli chiede: «Te vendi anche la barcaccia?», ma molti altri gli chiedono, invece, di allestire una Roma competitiva. A lui il compito di far dimenticare il primo, infuocato, sabato di luglio. E non per le temperature.

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