Roma, Di Francesco e Monchi legati dal destino

Fra le tante cose positive che ha il calcio, c’è anche quella che sia gestita come una monarchia – al massimo oligarchia – illuminata (si spera) e non come una democrazia plebiscitaria. Se così non fosse, infatti, Eusebio Di Francesco e Ramon Rodriguez Verdejo – al secolo Monchi – vedrebbero i loro (difficili) ruoli in serio pericolo. Proprio la crisi ha riportato all’antico splendore la figura di Totti.  Non è un caso che proprio Totti abbia capito e si sia speso anche lui perché fosse varato un ritiro a tempo indeterminato, nonostante i contorni abbastanza morbidi, visto che le famiglie ieri sono andate a Trigoria a trovare i propri cari. Il concetto, comunque, è stato espresso forte e chiaro anche ai calciatori, che sono rimasti a colloquio per oltre un’ora con l’allenatore, alla presenza del d.s. Monchi (in ritiro anche lui), che non ha mancato di contribuire alla discussione. I toni di entrambi sono stati serrati, e così Di Francesco – che ha posticipato l’allenamento – si è spiegato in questi termini: «Troppi errori, troppe disattenzioni e poca cattiveria. Siete migliori di quello che fate vedere, ma ora assumetevi le vostre responsabilità». In privato, poi, lo stesso concetto è stato ribadito dallo stesso Monchi e da Totti, che hanno «confessato» anche diversi giallorossi. Lo riporta La Gazzetta dello Sport

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