Il Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – A Monza non sarebbe andato lo stesso perché se fosse stato bene Paulo Dybala, a quest’ora, sarebbe stato in ritiro con la nazionale argentina. Ma il fuoriclasse giallorosso benissimo non sta e quindi niente Sud America e niente Gran Premio: gli sarebbe piaciuto andare, ma non ha avuto dubbi nel rifiutare l’invito perché doveva restare a Roma ad allenarsi. La lesione che lo ha costretto ad uscire contro il Verona non era profonda ma andava e va gestita con attenzione perché in un punto che, da qualche mese, gli crea problemi.
Mouriho non vede l’ora di metterlo in coppia con Lukaku: devono conoscersi, trovarsi, capirsi e, visto che il belga è arrivato appena qualche giorno fa ed ora è in nazionale, è logico pensare che troveranno l’intesa giocando. L’importante è che stiano entrambi fisicamente bene. Paulo, dal canto suo, sta facendo di tutto per rimettersi al top fisicamente anche perché è ormai un mese, dal primo stop contro il Tolosa, che si allena a fasi alterne. Dybala vuole si tornare quanto prima, ma vuole farlo nelle migliori condizioni perché dal diciassette settembre all’otto ottobre, tra campionato e coppe, ci saranno sette partite in 22 giorni. Della sua fantasia, delle sue geometrie, dei suoi gol e anche della sua personalità la Roma ha davvero bisogno dopo questo complicato avvio di stagione e Paulo è pronto a fare la sua parte. Anche perché, ore che è finito il mercato, c’è anche un rinnovo da discutere con il club. Ma, adesso, la priorità di Paulo è un’altra.



