Il Corriere della Sera (U. Trani) – «Finalmente ce l’abbiamo fatta: anche i romanisti avranno il loro stadio». Con queste parole Riccardo Viola, figlio dello storico presidente Dino, commenta la consegna del progetto per l’impianto di Pietralata, un traguardo che riporta alla luce un sogno inseguito per anni dal padre e oggi più vicino a diventare realtà.
«È il regalo più bello per i tifosi e per chi porta il cognome Viola, una svolta storica a ridosso del centenario», spiega Riccardo. L’obiettivo di Dino Viola era chiaro già allora: uno stadio di proprietà per rendere la Roma più forte e competitiva, una necessità ancora più urgente in quegli anni.
Negli anni Ottanta la Roma riuscì a tenere testa alle grandi del calcio italiano ed europeo grazie alla visione manageriale del presidente. Ma il contesto stava cambiando: nel 1986, con l’arrivo di Berlusconi al Milan e le potenze economiche di Juve e Inter, una società a gestione familiare come la Roma iniziò a fare fatica a competere. «Con lo stadio di proprietà, papà era convinto che ce l’avremmo fatta», racconta Riccardo, ricordando l’idea di una vera e propria cittadella dello sport, pensata per essere vissuta ogni giorno.
Quel progetto però si arenò. La scelta della Magliana aprì una strada subito in salita, tra ostacoli politici, accuse infondate di speculazione edilizia e, infine, la priorità data alla ristrutturazione dell’Olimpico in vista di Italia ’90. Un sogno rimasto incompiuto allora, ma che oggi, a distanza di decenni, sembra finalmente pronto a diventare realtà.



