Radja, Mire e Kostas: la Roma ai lavori forzati

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Un mese senza riposarsi mai. Senza staccare la spina, tenere fermi i muscoli, pensare a tutto quello che non è calcio. Da Roma-Juventus ad oggi, Radja Nainggolan, Kostas Manolas e Miralem Pjanic sono stati costretti ai lavori forzati: sempre in campo, tra Roma e nazionali, e quando ci si è messo di mezzo un infortunio, come nel caso del bosniaco, comunque a Trigoria a lavorare. Garcia non può fare a meno di loro, i rispettivi c.t. neanche. E pazienza se Manolas e la Grecia sono fuori dall’Europeo, lui viene comunque convocato. Così come Pjanic, con Dzeko il faro della Bosnia che tenta una rimonta disperata per andare in Francia; e Nainggolan, che dopo aver saltato il Mondiale, è diventato il box to box che Wilmots cercava per dare più spazio alle sortite offensive di Fellaini.

PJANIC A RIPOSO – Tutti e tre sono legatissimi alla nazionale, ma è inevitabile che questo giocare tanto – e sempre – tra selezione e Roma li stia penalizzando: Pjanic, ad esempio, ieri ha lavorato a parte (come Rüdiger e Strootman) perché è stanco e non può sovraccaricare i muscoli. Dopo la lesione al polpaccio ha giocato 4 partite tutte per intero dal primo all’ultimo minuto (3 in campionato, una in Champions). Ha disputato 6 gare su 8, saltando solo Frosinone e Barcellona, senza mai essere sostituito e domani a Palermo non dovrebbe mancare.

KOSTAS INSOSTITUIBILE – Manolas, invece, ha fatto bottino pieno: 8 su 8, 540’ in campionato e 180’ in Champions. Ha cambiato già 3 compagni di reparto (Castan, Rüdiger e De Rossi) e spesso si è dovuto preoccupare di loro: il brasiliano perché tornava dopo un anno di assenza, il tedesco perché era alle prime apparizioni e aveva pure un ginocchio che gli dava problemi e Daniele perché non è un centrale di ruolo. Logico che il suo rendimento ne abbia risentito.

RADJA A SECCO – Non è nel suo miglior momento di forma neanche Radja Nainggolan e lo ha ammesso lui stesso prima del Bate Borisov: carattere generoso, motore del centrocampo giallorosso, il belga non dice mai di no e non cerca alibi (vedi qualche acciacco al ginocchio) quando gli viene fatto notare che appare in flessione. Anche lui non si ferma mai: 8 partite giocate, 180’ in coppa, 480’ in Serie A. Garcia gli ha risparmiato gli ultimi minuti a Genova con la Sampdoria e lo aveva fatto partire dalla panchina a Frosinone, salvo poi inserirlo nell’ultima mezzora. Al contrario degli altri due intoccabili cerca il primo gol stagionale, ci prova spesso, ma la mira ancora non è tornata quella della scorsa stagione quando, con 5 reti in campionato, ha raggiunto il suo record. Domani giocherà di nuovo e poi via in Nazionale. Al Palermo ha fatto un gol (col Cagliari) e un assist (con la Roma), cercherà di ripetersi, con la speranza che andare in rete – o quantomeno conquistare i tre punti – possa fargli sentire un po’ meno la stanchezza.

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