Progetto stadio, è botta e risposta Zingaretti-Raggi

Corriere Della Sera (A.Arzilli) – Lo scontro tra Regione e Campidoglio si gioca sullo stadio della Roma. Ieri è stata rigettata la richiesta di sospensiva inoltrata alla Conferenza dei servizi dal club giallorosso e dal costruttore Luca Parnasi, il termine ultimo per la decisione sul progetto slitta così al prossimo 5 aprile. Entro il 30 marzo, però, Campidoglio e proponenti dell’opera di Tor di Valle dovranno presentare gli atti propedeutici alla decisione finale (la nuova versione del progetto, quella dalle cubature dimezzate su cui Raggi e la Roma la scorsa settimana hanno trovato la quadra politica) e l’ulteriore delibera che dovrà assorbire i tagli delle tre torri di Libeskind, il ridimensionamento del Business Park e le relative compensazioni pubbliche, mantenendo il pubblico interesse ratificato a dicembre 2014 dall’allora sindaco Ignazio Marino. «Il rappresentante unico di Roma Capitale non ha fatto propria la richiesta di sospensiva e confermato invece come definitivo il parere negativo sul progetto: orientamento in pieno contrasto con la comunicazione ricevuta dal sindaco di Roma», la nota del presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

Il riferimento è alla lettera inviata alla Conferenza dei servizi in cui Raggi annuncia di voler esprimere «parere favorevole» alla richiesta di sospensiva dei proponenti, precisando di considerare «non definitivo» il no espresso dagli Uffici comunali nella valutazione del primo febbraio. Lettera, però, non sostenuta da alcun «atto ufficiale», tipo una memoria di giunta o una delibera, a certificare sia il nuovo orientamento dell’amministrazione sia la volontà di procedere verso un time-out dei lavori. Così, quando il capo del dipartimento Urbanistica, Annamaria Graziano, è stata chiamata ad esprimersi nel merito ha dovuto farlo sull’unico progetto incardinato nell’iter, cioè quello da un milione di metri cubi di cemento targato Marino e appena bocciato da Raggi. Che, poco dopo, ha precisato: «Roma Capitale ha espresso un parere negativo con prescrizioni relativamente al progetto dello stadio di Tor di Valle presentato dalla giunta del Pd. Come già detto, questa amministrazione è pronta a valutare positivamente i miglioramenti già definiti nel corso del confronto con la As Roma. Entrando nel merito della mancata sospensione, risulta che siano stati gli uffici della Regione a non volerla concedere, diversamente da quanto assicuratoci nei giorni precedenti. Spiace che in Regione qualcuno cerchi di strumentalizzare questa vicenda che abbiamo sbloccato dopo sei anni di immobilismo. Nuovamente si cerca di fermare il cambiamento e creare confusione con vecchi trucchi».

Un inconveniente tecnico derubricabile a gaffe del Campidoglio, dunque. Il progetto non collassa, ma anzi inizia la corsa contro il tempo per la presentazione degli atti concreti, nuove planimetrie e nuova delibera. Mentre sullo sfondo i vincoli della Soprintendenza resistono come elemento che può far saltare il banco per un iter che rischia di ricominciare con una nuova Conferenza. Tanto basta a scatenare lo scontro su tutti i livelli. Il Pd contro il M5S, mentre la Roma di James Pallotta, comunque ottimista, resta nel mezzo. E la protesta della base M5S che si riaccende appena esce l’intoppo che alcuni leggono come ammutinamento dei resilienti «berdiniani» dell’Urbanistica. «Ora tifiamo per la Soprintendenza»: i grillini ortodossi sperano ancora.

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