Popolo, maglia, romanità. Il lessico del Re di un’intera città

Nella classifica delle parole più utilizzate da Francesco Totti nel suo addio di ieri al terzo posto vi è “cuore”, la sede delle emozioni, al secondo “popolo”, la gente che lo ha sempre amato, e infine al primo posto “Roma”. Roma nel senso di squadra di calcio ma anche di caput mundi. Con l’addio di Totti se ne va un pezzo cruciale della città, un uomo che aveva preferito essere il Re del suo popolo piuttosto che uno dei tanti campioni in un mondo più grande e cosmopolita. Totti ha scagliato la propria invettiva contro una dirigenza straniera che ha voluto “togliere i romani dalla Roma”, operando per una innaturale snaturalizzazione vista come un profano sacrilegio. Tornando alla parola popolo Totti ha evocato un suo possibile ritorno in Curva Sud insieme ad un’altra bandiera, Daniele De Rossi. La Curva Sud vista come fonte battesimale della fede giallorossa, contrapposta all’attuale dirigenza usurpatrice dell’anima. Un’altra delle parole più usate in conferenza è stata “romanità”, una parola dal significato semantico ampio e impegnativo che identifica il popolo di Totti e l’identità di Totti stesso. E’ proprio in virtù di quella romanità che Francesco si sente ferito, gli piange il cuore, perché la sua Roma ha deciso di farlo andare via. E così, con le lacrime in gola, addio, o forse, arrivederci Roma. Lo riporta il Corriere della Sera.

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