Plusvalenze sì campioni no

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Il Mesaggero (M. Caputi) – Un tempo i calciatori venivano acquistati perché erano bravi, ora perché producono plusvalenze. È questo il nuovo modo d’intendere il mercato,di cui, ingenerale,si capisce ben poco. Ci sono squadre che,fino a pochi mesi fa,non avevano le possibilità economiche per rafforzarsi e ora, invece,spendono e spandono, incuranti di regole che vai a sapere se sono valide per tutti o solo per pochi.Difficile comprendere soprattutto le difformi valutazioni economiche date ai giocatori e,di conseguenza, le scelte operate dalle società. El Shaarawy, attaccante di qualità e prospettiva, ad esempio viene venduto a meno di quanto speso per Bertolacci. Darmian, nazionale azzurro,viene ritenuto adatto da van Gaal per il Manchester Utd ma non dalle società italiane che,più o meno alle stesse cifre, vanno a cercare calciatori stranieri. A oggi il vero colpo di mercato è quello del Torino che, consoli 10 milioni,ha acquistato Baselli e Zappacosta.Non ci sono dubbi,soprattutto se confrontiamo questa operazione ad altre,tipo quella in via di definizione tra Roma e Milan, con Romagnoli valutato 20 milioni più bonus.Cifre a parte: se il giovane difensore è cosi forte perchè venderlo per poi dover comprare un altro al suo posto? Semplice: per le plusvalenze

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