Perotti-Paredes. Quanta rabbia per riprendersi presto la Roma

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Magari il gol numero 400 in campionato della Roma di Spalletti (sommate tutte e due le esperienze) sarà di marca argentina e lo segnerà uno di loro due, i grandi amici, Perotti e Paredes, per un verso o per l’altro i due incompiuti di questa seconda parte di stagione. Il primo ha perso il posto da titolare; il secondo, che pure stava avendo una crescita, si è fermato, forse proprio dalla partita con l’Atalanta di un girone fa, quando entrò nell’ultimo quarto d’ora, in condizioni fisiche precarie, e stese Gomez regalando a Gasperini il rigore della vittoria.

QUI DIEGO – Eppure la Roma, a novembre, era passata in vantaggio con un gol di Perotti, su rigore, ovviamente. L’argentino, se oggi dovesse avere un’occasione dal primo minuto o a partita in corsa, continuerà a cercare quella rete su azione che, in campionato, gli manca da una vita, cioè dal derby del 3 aprile 2016. Poi è andato a segno soltanto dagli undici metri e per quanto sia stato infallibile (7 centri su 7), è troppo poco per uno che di mestiere fa l’attaccante. Ecco anche perché negli ultimi mesi Perotti non è stato più quel giocatore insostituibile del passato: lo scorso anno quando arrivò dopo due giorni scese in campo con il Sassuolo e saltò solo l’ultima partita con il Milan (15 gare da febbraio a maggio di fila, di cui 12 per 90’). Ora, invece, sempre da febbraio, 90’ li ha giocati solo con il Napoli.

QUI LEANDRO – È andata meglio a Paredes, che oggi potrebbe anche essere utile, viste le condizioni di De Rossi. Lui in queste ultime settimane è sceso in campo con più continuità: a Bologna non ha giocato, ma è stata la prima panchina dall’inizio dell’anno, dopo 12 partite consecutive, la metà dal primo minuto. Spalletti, evidentemente, lo considera il primo cambio a centrocampo (o l’unico, visto che Gerson non si vede dal 17 dicembre), ma Paredes sembra non aver ancora fatto quel salto di qualità necessario a diventare un leader del reparto. Oggi, davanti a più di 30mila spettatori, ha l’occasione per dimenticare del tutto l’errore di Bergamo, magari dedicare un gol al figlio, che ieri ha compiuto cinque mesi, e togliersi anche una piccola soddisfazione: se dovesse segnare eguaglierebbe il record di marcature personali in una stagione. È a quota tre, gliene manca una per arrivare alle 4 realizzate nel 2012-­13 col Boca Juniors. E questo sarebbe un merito anche di Spalletti, che insiste continuamente sul fatto che debba cercare con più frequenza – e personalità – la porta avversaria. D’altronde, si cresce anche così

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