Periodo d’oro ma è difficile sognare l’impresa

Il Corriere Della Sera (B.Tucci)Sette vittorie, come il numero dei colli su cui è stata costruita Roma. Grande euforia in campo e fuori. Ed affiora una nuova speranza: Spalletti può tentare il colpo grosso stasera a Madrid nel ritorno degli ottavi contro il Real? In parole semplici, la squadra giallorossa, in grande spolvero al momento, ha la capacità di ribaltare il risultato dell’andata e di continuare a disputare la Champions? Un simile interrogativo che molti consideravano paradossale fino a dieci giorni fa, ora non lo è più, perché l’ottimismo riesce a cancellare il passato e spesso e volentieri getta il cuore oltre l’ostacolo. Se infatti provi a chiedere oggi, a poche ore dalla partita con il Real, il cinquanta per cento dei tifosi (e forse più) non ti risponderà apertamente, ma negli occhi di chi deve parlare e non parla, si accende una luce che ha tutti i valori della positività. Dunque, c’è chi sogna perché non costa nulla.

Ma la realtà è diversa anche se la Roma sta attraversando un periodo d’oro. Si gioca fuori casa, partendo con due gol di scarto. E si ha davanti un’avversaria che non ti perdona il minimo errore e ha una grande esperienza internazionale. Quindi, si scenda in campo a Madrid cercando solo di fare bella figura, dimostrando che le lodi della partita di andata non erano state frutto del buonismo. La Roma ha un’arma micidiale che può mandarti al tappeto quando meno te lo aspetti: il contropiede. Salah e El Shaarawy ne sono gli artefici. E mentre sul primo nessuno ha mai avuto dei dubbi, sul secondo sono in tanti a recitare il mea culpa, compreso chi scrive queste note. All’ombra del Colosseo, il ragazzo è rinato e corre a gonfie vele verso un passato che lo aveva esaltato.

Non va al di là del pareggio la Lazio a Torino che dimostra così ancora una volta di non «gradire» il campionato. Tutti ormai, il tecnico Pioli in testa, pensano all’Europa League, dove la Lazio è l’unica squadra italiana ad essere rimasta a difendere i colori del nostro Paese. Ecco il motivo per cui, forse, anche contro il Toro i biancazzurri hanno giocato al piccolo trotto. Pensando in modo esclusivo a quella che sarà la sfida che la Lazio dovrà disputare giovedì sera a Praga. Comunque sia, non è una stagione felice per la società di Lotito: con tutta probabilità si concluderà con il divorzio da Pioli e con una rivoluzione che dovrebbe cambiare radicalmente la Lazio. Se è così, è necessario programmarla per tempo questa metamorfosi. Altrimenti, ci si troverà a fine maggio a sfogliare la margherita. Non deve andare in questo modo: ci vuole più decisionismo. Vero, presidente?

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