Pellegrini: “Totti e De Rossi continueranno ad essere dei monumenti per Roma”

Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del sito Uefa.com. Queste le sue parole:

Per Lorenzo Pellegrini giocare in UEFA Champions League che cosa significa?
È una cosa bellissima. È la competizione che tutti da bambini sognano. Aver avuto questo percorso di crescita in così breve tempo, il primo anno ho conquistato l’UEFA Europa League con il Sassuolo, il secondo giocarla e il terzo riuscire a esordire in Champions League, per me è un grandissimo motivo di orgoglio. Adesso l’importante è non accontentarsi, ma cercare di migliorarsi e fare di più di quello che si sta facendo.

Quali qualità deve avere chi si confronta sul palcoscenico della Champions League?
La Champions League è sicuramente il torneo per eccellenza, quindi è normale che ne facciano parte le informazioni più importanti. Già far parte di una squadra così importante che gioca la UCL è un onore per qualsiasi giocatore. Poi è normale debbano esserci le qualità e la tecnica, anche tattiche e mentali di sapere preparare mentalmente le partite ogni tre giorni, che non è una cosa semplice. Sicuramente bisogna essere abituati anche a questi ritmi e a queste difficoltà che si incontrano nel giocarla, la UEFA Champions League. Tutti i giocatori vorrebbero avere la possibilità di giocarla, noi che siamo fortunati e possiamo giocarla ce la teniamo stretta.

Che cosa ti ha insegnato giocare in un torneo così competitivo?
Giocare a livello internazionale è la cosa più difficile che uno possa immaginare, anche perché nel nostro campionato siamo abituati a vedere le partite di ogni squadra contro cui giochiamo, quasi sempre; perché alla fine si sa che i giocatori guardano sempre anche tutte le altre partite. Invece a livello internazionale è molto diverso, perché magari non hai la possibilità di seguire tutte le partite della squadra avversaria contro cui andrai a giocare e comunque hai la possibilità di confrontarti con giocatori che magari non conosci bene come quello del campionato italiano con cui hai avuto la possibilità di giocare più volte contro. Anche questo penso sia una cosa molto difficile, oltre che ovviamente le diversità che ci sono di campionato in campionato. Quindi sicuramente il Chelsea affronta o anche l’Atlético Madrid e il Qarabag o le altre squadre che giocano la UCL sono abituate ad affrontare le partite nei loro campionati in modo diverso da noi. Quindi anche questo confrontarsi per cercare di riportare l’Italia nel posto che le spetta, tra quelli più importanti d’Europa.

Vi aspettavate di essere imbattuti e in piena corsa per la qualificazione dopo tre gare di UCL?
È sicuramente uno dei gironi più difficili che ci potesse capitare. Però sempre con umiltà abbiamo cercato di fare semplicemente quello che era nelle nostre corde. In questo momento sta andando bene ma non è forse ancora il momento di fare grandi salti di gioia, perché la qualificazione ancora non è fatta. Martedì abbiamo una partita importantissima in casa, qui all’Olimpico contro il Chelsea davanti ai nostri tifosi. Speriamo di fare una grande partita.

Quali sono più in generale i traguardi della Roma in UCL?
Dal mio punto di vista l’importante è non soffermarsi troppo su quello che si dovrebbe fare, ma più che altro concentrarci e dare tutto quello che abbiamo partita dopo partita. Non ponendoci limiti: quello che può fare la Roma ce lo dirà solo il tempo. Noi sicuramente cercheremo di affrontare tutte le partite e tutti gli allenamenti, in campionato come in Champions League che per noi conta tantissimo. L’unico obiettivo in questo momento della Roma penso sia preparare le partite al 110% delle nostre possibilità.

Totti e De Rossi…
De Rossi e Totti soprattutto, quando io ero piccolino, erano già dei campioni affermati ed erano sicuramente dei punti di riferimento. Ora ho il piacere di conoscerli e so che sono sempre stati, e continueranno ad essere dei monumenti per Roma. A loro si è aggiunto anche Florenzi che è un ragazzo fantastico e sono contento appunto di conoscere quelli che, quando ero bambino, erano gli idoli di tutti i bambini.

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