La Repubblica (M. Pinci) – La storia della Roma è cambiata due volte in due minuti. Una, quando Daniele Verde, ex gioiellino del vivaio romanista, ha segnato al 90′ il settimo gol dello Spezia in 5 giorni pareggiando la partita che i giallorossi pensavano di aver vinto. In quel momento, Paulo Fonseca aveva virtualmente davanti gli ultimi 3 minuti da allenatore della Roma, quelli del recupero.
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Ma la storia doveva cambiare ancora. E l’ha cambiata Lorenzo Pellegrini, spedendo nella porta dello Spezia il gol del 4-3 per poi lanciare la maglia e festeggiare in assembramento berciante. Che ha trascinato pure Fonseca, abbandonando la sua posa inerme per una corsa sfrenata.
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L’abbraccio tra l’allenatore e il nuovo capitano è l’immagine di giornata. L’indicazione che aspettavano Ryan Friedkin e il dg Tiago Pinto per prendere una decisione: la Roma non ha abbandonato l’allenatore, anzi ha giocato per lui nonostante le proprie incertezze, nonostante gli infortuni, nonostante i conflitti interni.
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Era chiaro che al termine di questo Roma–Spezia, uno tra Fonseca e Dzeko sarebbe stato di troppo. L’allenatore in campo o il centravanti in tribuna, dove ostentava sorrisi acerrimi senza la mascherina a nasconderli (rischia una multa). “Di Dzeko non voglio più parlare“, ha liquidato la questione Fonseca, liquidando il giocatore più importante della squadra. Dzeko è ufficialmente in vendita: il problema è trovare qualcuno che possa acquistarlo a gennaio, ipotesi alquanto improbabile.
La Juve si è chiamata fuori, l‘Inter oggi non può concedersi desideri, il Milan ha preso Mandzukic. Il rischio è tenere ai margini da qui a fine stagione un uomo che cosa più di un milione al mese.
