Il Messaggero (S. Carina) – Non respira l’azzurro da settembre. Il tempo di arrivare a Coverciano, salutare il nuovo ct e tornare a Trigoria per un problema al flessore destro che seguiva, di 4-5 giorni, una noia allo stesso muscolo della gamba sinistra. Ma Lorenzo può star tranquillo. Ieri, dalle parole di Spalletti si è capita l’importanza che può avere per la Nazionale: “L’abbiamo atteso tantissimo, non ce l’ho mai avuto a disposizione. Facile valutare di che livello è. Si tratta di un calciatore forte che sa fare più cose. E uno che fa metri in quantità in una partita, dove alcuni lo dimenticano ma è importante anche correre. Ha avuto dei problemi, ora li ha messi a posto. Con De Rossi, si trova a suo agio, e riuscito a far vedere il suo marchio di fabbrica”.

Se non è una promozione a pieni voti, poco ci manca. Ed è quell’iniezione di fiducia della quale Pellegrini aveva bisogno. Non perché i sei gol nelle ultime tredici partite, ai quali vanno aggiunti anche tre assist, non bastassero. Ma il rapporto tra Lorenzo e la Nazionale è stato sempre travagliato. Basti pensare che per un eccesso di generosità – recuperare in vista di un derby nonostante un problema al flessore – il capitano giallorosso ha perso l’Europeo di una vita. Quello vinto da Mancini a Wembley.

Ora ci riprova. Due gare, quelle con Venezuela e Ecuador, nelle quali Lorenzo dovrà ritagliarsi il suo spazio nel 3-4-2-1 che il ct ha in mente. Probabilmente lo vedremo in una delle due posizioni dietro il centravanti. Ma a questo punto, poco importa. Fondamentale, sarà recuperare il tempo perduto. Anche in azzurro.